Sport

Quel ritorno difficile è una foto ritoccata

Quel ritorno difficile è una foto ritoccata

Il campionato del C'eravamo tanto amati ricomincia mettendo una rosa con qualche spina sulla panca di Spalletti. L'allenatore dell'Inter torna a Roma dove l'onore è stato salvato, l'amore sarà un sentimento smorzato in quella stretta di mano che Totti gli ha promesso.

Eppur guardateli, qualcosa non quadra, parrà di vedere una fotografia ritoccata: Totti in giacca e cravatta, l'ex tecnico con la divisa sociale nerazzurra. Il mondo del pallone non può viver di sentimenti e senso del rispetto ad un contratto: contano il business e semmai i certificati medici. Totti ha smesso di giocare a pallone conservando la fedeltà ad una maglia, Spalletti si è giocato la credibilità conservando la fedeltà all'essenza di un tecnico: far scendere in campo chi è in grado di starci per 90 minuti. Qualche volta avrà anche esagerato, ma serviva qualcuno che spiegasse all'ex capitano che il suo tempo era scaduto. Ecco, questo è stato un buon esempio per dire che il business non è tutto. Qualche volta conta ancora il pallone. E oggi li ritroviamo a rappresentare quei sentimenti che il calcio non riconosce più. Niente lacrime sul viso, meglio un virile: vinca il migliore! Che, nel caso specifico, potrebbe anche raccontarci qualcosa di veritiero sulla forza di Roma e Inter.

Però prepariamoci anche a subire, e seguire, il copione che la nuova stagione ha messo in tavola: mai come quest'anno si sono consumati tradimenti inattesi. Bonucci ha lasciato i suoi amici bianconeri, la Fiorentina è stata svuotata dalla voglia di vincere degli uomini migliori che si sono equamente divisi sulla piazza milanese. Neymar è stato protagonista dell'affare (economico) del secolo. E a qualcuno non è riuscito il colpo (Nainggolan?). Se servissero lacrime, si formerebbero fiumi. Se invece prevarrà la realtà, non resterà che vedere chi ha visto giusto. Nel caso di Spalletti si potrebbe azzardare che la Roma ha portato buona ventura agli ex allenatori, almeno negli ultimi 40 anni: Liedholm se ne andò per vincere uno scudetto (quello della stella) con il Milan. Capello ha fatto di tutto e di più con la Juve (si, vero, Calciopoli ha rovinato i ricordi). Spalletti andò a conquistare gloria all'estero. Ranieri e Montella hanno avuto soddisfazioni e qualche inciampo. Luis Enrique si è ritrovato fra le mani il miglior Barcellona e Rudi Garcia ha trovato una sponda dove risorgere.

Anche questo è un tocco da magica Roma? Da stasera si attendono conferme o smentite.

Commenti