
Quando una squadra non vince più il primo a saltare è quasi sempre l'allenatore. Non ci sono differenze tra la nazionale azzurra e quella rossa. È capitato a Spalletti, bravissimo a ingarbugliarsi i pensieri da solo, potrebbe capitare a Fred Vasseur, che vorrebbe seppellire ogni problema con un sorriso. Insomma non dipende dall'atteggiamento dei diretti interessati, ma solo dai risultati. Anche se nel calcio, difficilmente i giocatori scendono in campo in difesa del proprio ct come ha fatto ieri Lewis Hamilton: «Le accuse di alcuni giornali italiani? Non avevo letto nulla, l'ho saputo qui - ha detto nella conferenza stampa di Montreal - Vasseur è il motivo principale per cui sono qui e sono grato a lui. Siamo in questa avventura con lui e voglio che resti. Per cui sono parole prive di fondamento. Penso sia la persona che può portarci al vertice. Non tutto fila liscio e c'è tanto da fare, ma non c'è nessuna discussione in corso sulla posizione di Vasseur».
Resta il fatto che la Ferrari non vincerà il Mondiale neppure quest'anno e per conquistare un Mondiale dovrà affidarsi alle hypercar che in questo weekend sono in pista a Le Mans per la 24 Ore. E comunque, quando le voci cominciano a girare ingrandendosi sempre più, significa che sotto sotto potrebbe davvero esserci qualcosa. Il presidente Elkann, che può sembrare distratto sui temi di sport, ma non lo è per nulla, come ha capito di recente l'ormai ex dg Giuntoli alla Juve, presto potrebbe doversi guardare attorno per allestire l'ennesima unità di crisi alla voce team principal dopo Mattiacci, Arrivabene e Binotto. Perché Elkann non è come Giorgio Armani che continua a lasciare l'Olimpia in mano a coach Messina. Vasseur è nel mirino e deve sperare che le evoluzioni della Sf-25 in arrivo, avvicinino davvero la Ferrari alla McLaren. Nel caso, il candidato alla successione potrebbe essere Antonello Coletta, l'uomo della doppietta a Le Mans che già prima dell'arrivo di Vasseur era entrato nei pensieri del presidente. Lui ha dimostrato come si costruisce una squadra che anno dopo anno è migliorata. È vero che la hypercar viene costruita con la collaborazione di Dallara, ma tutto quello che è stato costruito attorno è merito di Coletta arrivato in Ferrari già ai tempi di Montezemolo.
D'altra parte la storia Ferrari racconta che l'ultimo ciclo vincente
è partito proprio con un uomo arrivato dall'Endurance, un certo Jean Todt che era a capo del motorsport Peugeot e nel 1992 e 1993 aveva trionfato a Le Mans, l'ultima volta con tre auto sul podio. Corsi e ricorsi storici.