L'ennesima brutta figura dell'Inter può essere giustificata solo parzialmente con la querelle di Icardi, sistemata in modo democristiano dalla società: Tieni la fascia, rivedi il capitolo incriminato del libro. È probabile che l'attaccante, se non fosse stato così pressato dagli eventi, avrebbe realizzato il tiro dal dischetto. Ed è anche probabile che la scelta di un altro rigorista sarebbe stata più sensata. Ma, in questo caso, saremmo qui a chiederci perché l'allenatore l'ha mandato in campo. Delle due l'una, avrebbe scritto Montanelli: o sei in grado di giocare al meglio oppure stai a casa. Dal momento che De Boer l'ha ritenuto abile e arruolato, è normale che si sia presentato lui a calciare il rigore concesso dall'addizionale Rizzoli, non dall'arbitro Valeri.
Icardi ha sbagliato su più fronti, ma non è onesto giustificare con i suoi scivoloni comportamentali e mediatici la quinta sconfitta dei nerazzurri in 10 partite, di cui 3 in campionato e 2 in Europa League. In fondo l'argentino la sua parte l'ha sempre fatta siglando 6 reti, una in meno del capocannoniere Dzeko, sulle 10 complessive. C'è dell'altro. Innanzi tutto un mercato anomalo per il mancato acquisto d'un regista, di un mediano e di almeno un terzino, chiamiamolo alla vecchia maniera, che sappia difendere oltre che attaccare. In secondo luogo il cambiamento di panchina a stagione già iniziata. Per ultimo le scelte astruse del tecnico olandese che dà l'impressione, a due mesi dal suo insediamento ad Appiano Gentile, di non aver ancora compreso le caratteristiche dei suoi giocatori e le difficoltà della Serie A.
Mi chiedo come De Boer, che pure di calcio ne mastica assai, possa schierare una squadra con un solo centrocampista di ruolo, il povero Medel, preso costantemente in mezzo dagli avversari, e un compagno di reparto, il pur bravo Joao Mario, che in fase d'interdizione lascia a desiderare. Al portoghese piace proporsi in avanti, non a caso ha giocato anche da trequartista nello Sporting Lisbona. In quel ruolo è uno spreco. Per molti versi un doppione di Banega, lui sì schierato correttamente dietro Icardi. O l'uno o l'altro, alla faccia dei milioni spesi. Il discorso si fa ancora più grave al pensiero che Kondogbia e Brozovic hanno, più o meno, le stesse caratteristiche. E chi marca in mezzo al campo? Chi fa scudo alle ripartenze avversarie? Chi cattura i palloni? Nel suo piccolo il Milan ha dimostrato a Verona quanto sia importante ostacolare la costruzione del gioco agli avversari con quel che segue. Basta poi rivedere gli highlights delle ultime partite per notare come l'Inter abbia subito gol in fotocopia. È venuto nuovamente a mancare quel minimo di equilibrio a metà campo che caratterizza tutte le grandi squadre. In altre parole il 4-2-3-1 è da mandare in soffitta. Assurdo beccare sei azioni da gol nella ripresa dal Cagliari che fino all'altro ieri aveva sempre perso in trasferta. Possibile che De Boer non abbia capito in tempo cosa sarebbe successo al secondo miracolo di Handanovic?
Posto che l'Inter non può voltare pagina fino a gennaio e che nel mercato invernale solitamente ha fatto flop, l'ex tecnico dell'Ajax deve correre prontamente ai ripari per salvare la navicella nerazzurra in Europa League (giovedì con il Southampton, ottavo in Premier League a 7 punti dalla vetta) e la panchina ormai zoppa. Dietro l'angolo si profilano le sagome di Garcia e Bielsa, Capello e Leonardo. La squadra è costruita male, ma lui sta facendo peggio all'insegna di moduli buoni solo sulla carta e di giocatori che si specchiano solo nella fase offensiva.
Dov'è finito, per esempio, Candreva che in nazionale rincorreva tutti fino alla propria area? E Perisic, senza bussola? E Gabigol, voluto a tutti i costi e finito in soffitta? E Banega, più Clark che Superman? Altro che Buffon...
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