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Se la baby arbitro con il velo conquista il pubblico

Assia ha diretto con lo hjiab. Prima diffidenza, poi gli applausi dagli spalti: "Lei meglio degli uomini"

Nel sorriso di Assia c'è senz'altro racchiuso un mondo fatto di sogni, voglia di partecipare e carattere da vendere. Un sorriso reso simpatico dagli occhialoni, ma a catturare l'attenzione è soprattutto quel velo che le fascia il volto, simbolo musulmano, e singolare da incontrare su di un campo da calcio, tanto più di Giovanissimi (oggi Under 14). Lei è Assia Zbair, marocchina di 15 anni che un paio di settimane fa a Carpaneto (nel piacentino) ha fatto capolino dallo spogliatoio per dirigere una partita ufficiale di un campionato federale. Non è la prima volta che accade, tuttavia a colpire è l'età della ragazza, appena 15enne, oltre ovviamente a hjiab e calzamaglia per coprire capo e gambe. Non è una sorta di deroga al regolamento perché non è vietato, ma è comunque singolare perché porta a modificare l'abbigliamento dell'arbitro da sempre decisamente rigoroso. Resta di fatto che le norme non lo vietano espressamente.

Assia ha così prima superato lo stupore sugli spalti, una sorpresa che ben presto ha lasciato spazio ad apprezzamenti puramente tecnici di genitori e presenti: «È brava, meglio di molti colleghi uomini». «Per arbitrare con il velo devi comunque avere coraggio, tanto più a quell'età» hanno aggiunto altri spettatori sul campo mentre le mamme si domandavano del caldo - e figuriamoci nei prossimi mesi - che la ragazza deve aver patito correndo avanti e indietro con hjiab e calzamaglia. Insomma, quella di Assia è, sì, una storia di integrazione, ma soprattutto di passione: a lei importava dare un senso compiuto ai corsi seguiti nella sede dell'Associazione Arbitri di Piacenza, prendendo in mano il fischietto per dirigere una partita.

E ha convinto pure il pubblico.

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