Sicilia, un’isola che va in buca tra profumi e swing vista mare

Sicilia, un’isola che va in buca tra profumi e swing vista mare

Profumo di mare e di arance, limoni e zagara, pompelmi e cedri. Campo pratica con vista sulle Isole Eolie, buche scenografiche da togliere il fiato, per non parlare delle emozioni dei colpi all’ora del tramonto, con il golf di Cefalù come sfondo. Benvenuti in Sicilia, ormai terra anche di golf. All’estero sono rimasti a dir poco sbalorditi dai paesaggi e dalle bellezze isolane, guardando in tv le immagini del Sicilian Open giocato al Verdura, a Sciacca.
Prendiamo Le Madonie. Fabio Bensaja, autentico gentleman del sud nonché direttore del golf, con un sorriso mette in guardia: «Giocare sul nostro campo richiede alta concentrazione in quanto profumi ed immagini rischiano di distrarre dal gioco così come Ulisse veniva tentato dalle sirene. Le prime buche sono immerse in un agrumeto con oltre tremila piante, aranci ovunque, limoni, cedri e lamponi». Le altre buche sono inserite nel gigantesco vigneto colorato da prugni, melograni, pere, mandorli e carrubi. «Se per il giocatore tutto ciò è favoloso - prosegue Bensaja - non lo è per il marshall che deve gestire i rallentamenti sulle buche posizionate più in alto, quelle con la vista sul Golfo di Cefalù, dove i giocatori si fermano a immortalare lo spettacolo offerto dal panorama». Il green fee costa 75 euro, per chi alloggia 56. Spettacolare anche il campo pratica, con 26 postazioni con vista sui vulcani delle Isole Eolie. Si può alloggiare all’interno del campo in ville di 100 metri quadri 4 Stelle. Il campo è collegato all’aeroporto di Palermo (50 minuti) da un servizio navette.
Dicevamo prima del Sicilian Open, svoltosi quest’anno al Verdura Golf and Spa Resort, di proprietà del gruppo Rocco Forte. Qui i profumi sono leggermente diversi, sanno di origano e zagara. Il campo si trova nella Valle dei Templi, a Sciacca, vicino ad Agrigento. «Durante le vacanze non sono mai riuscito a trovarne uno che riuscisse a soddisfare le mie esigenze», racconta Sir Rocco Forte. Verdura, la sua tredicesima creatura, si estende su 230 ettari di terreno con circa due chilometri di spiaggia privata. «Ho voluto due campi da gara», continua Sir Rocco, «perché si possa giocare tranquillamente, senza nessuno davanti e dietro, come succede altrove». Entrambi i percorsi, l’East e il West, sono realizzati da Kyle Phillips, lo stesso mago che ha disegnato The Grove in Inghilterra e il Kingsbarns Links, a due passi dal St. Andrews: difatti, se non fosse per il profumo inebriante degli aranci, si potrebbe essere in Scozia. «Il campo è in condizione perfette – diceva Manassero - l’architetto ha creato un disegno accattivante soprattutto sui green mossi». Aggiunge Stefano Manca, segretario generale della Federazione: «È un percorso dove buche tecniche si alternano con buche spettacolari direttamente sul mare». 203 le camere, tutte con vista sul mare. Quattro i ristoranti.
Donnafugata è il campo dove nel 2011 si è disputato il Sicilian Open, perché così come al golfista dilettante piace giocare 18 buche ogni giorno su un percorso diverso, anche la Regione ha voluto promuovere tutti i suoi gioielli, scegliendo di cambiare la sede della manifestazione ogni anno. Il resort si trova nel cuore del barocco siciliano, alle porte di Ragusa, un’ora dall’aeroporto di Catania, in un’antica tenuta signorile, non lontano dalle meravigliose spiagge di Camarina, Punta Secca e Marina di Ragusa. Fiore all’occhiello del resort i due campi 18 buche championship, Parkland e Links, quest’ultimo disegnato da Franco Piras, con il percorso che si sussegue per due grandi valli, ognuna con un lago. È un unico colpo d’occhio inserito come anello di congiunzione tra due riserve naturali e con il mare e l’isola di Malta all’orizzonte. Il Parkland invece, disegnato da Gary Player, si snoda tra gli ulivi e i carrubi tipici della campagna ragusana. Si trova in un’area archeologica, a cento metri dal tee della buca 6 è possibile visitare una necropoli greca.
Antonio Belcuore, dirigente responsabile per il Servizio turistico regionale di Taormina, uno dei grandi sostenitori della promozione del golf siciliano, non ha dubbi, il futuro è qui: «Abbiamo avuto un ritorno economico incredibile. La Regione ha investito 5,5 milioni di euro e abbiamo già avuto un ritorno che possiamo valutare sui 60 milioni di euro: l’Open è stato trasmesso ovunque, dalla Cina al Sud America, le cifre parlano di 350 milioni di contatti televisivi, per cui immaginatevi quanto ci sarebbe costata una campagna pubblicitaria mondiale. Invece con 5 milioni e mezzo abbiamo mandato cartoline dalla Sicilia in tutti gli angoli del globo. L’Open ha fatto conoscere la Sicilia e siamo intenzionati a riproporre anche l’Open femminile».

L’invito a passare le vacanze golfistiche sull’isola arriva anche da Sebastiano Missineo, assessore regionale ai Beni culturali e dell'identità siciliana: «Siamo un territorio in grado di offrire al golfista il giusto contorno, un clima eccezionale per undici mesi l'anno, il mare, l'enogastronomia più un patrimonio artistico e culturale millennario».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica