Una Signora all'improvviso con il braccino non uccide il campionato. La Juventus rallenta a Udine e scopre così il gusto dolceamaro del pareggio. Il primo in questo torneo, un campionato dopo l'ultimo perché da trentotto partite la Juve non impattava, oltre un anno fa a Bologna.
I panni di mister X li veste Leonardo Bonucci. In tutti i sensi. Perché è lui che accompagna in porta Zapata nell'azione del vantaggio friulano; è sempre lui a metterci non una ma due pezze perché segna il gol del pareggio e poi fa un capolavoro su un contropiede della squadra di Delneri. E così dopo il litigio con Allegri e la tribuna di Oporto, Bonucci si riprende la scena. Una testata che non ha il sapore della rivincita: «È tutto come prima. Abbiamo gestito al meglio i nostri errori. Abbiamo pagato per aver mancato di rispetto agli altri e all'immagine del club. Ma questo fortifica il gruppo e i fatti dopo il gol lo dimostrano». Leo torna ad essere leader: «Sono arrabbiato perché non abbiamo dato il cento per cento. Io indispensabile? Nessuno lo è e la partita di Oporto l'ha dimostrato...». Ma si vede sempre alla Juve: «Mi sento importante per la squadra, un patrimonio per la società. Se volevo andare via, avrei spinto la scorsa estate. Avevo già iniziato a studiare inglese...».
Corsi di lingua per Bonucci, sirene per Allegri: «Accordo con l'Arsenal? Nulla di vero. E la prima a saperlo sarebbe la Juve». E l'allenatore stavolta difende il suo difensore sull'errore che poteva costare caro e aggiunge: «Leo sta crescendo, dopo l'infortunio aveva avuto qualche difficoltà». Il difensore salva una brutta Juve. Perché l'Udinese che per i complottisti si stava scansando con la rinuncia a Thereau, in realtà ha fatto una partita tosta mettendo in seria difficoltà il modulo a trazione anteriore della Signora che per la prima volta non è vincente e si inceppa con appena due tiri in porta: Higuain e Dybala steccano. Merito dei bianconeri friulani aggressivi in ogni angolo del campo e meritatamente in vantaggio addirittura nel momento in cui perdono l'uomo migliore, Fofana, per un grave infortunio. E l'Udinese segna quando è momentaneamente in dieci contro undici. Castigata una Juve che sbaglia tanto tecnicamente, è spesso fuori giri anche perché Pjanic è soffocato dal pressing avversario. Una squadra apparsa anche stanca, «venivamo da una serie dura di partite», ammetterà Allegri che però centellina sempre il turnover e anche ieri ha lasciato fuori Marchisio. Eppure dopo un'ora ecco l'episodio che la rimette in corsa: da una punizione contestata da Delneri (espulso), ecco il gol di Bonucci. Ti aspetti il sorpasso Juve, invece è l'Udinese che sfiora il colpo del ko con Danilo (palo) e un paio di contropiedi. Allegri capisce che non è giornata si accontenta del punto togliendo Dybala per Rincon!
La Signora vinceva da dieci partite di fila, poteva allungare definitivamente sulla Roma ma guadagna solo un punto che la lancia a più-otto. Fa notizia che la Juve non vinca una di quelle partite sporche che fanno la differenza in un campionato. «Bisogna accettare questo pareggio. Dovevamo avere pazienza, ma il gol ci ha destabilizzato», dice Allegri che alle battute su twitter di una Juve sotto tono per le feste scudetto dopo il ko della Roma risponde: «Rilassati? Se così fosse non avremmo capito niente».
Ma si rifugia nella matematica per vedere positivo: «Quando non si può vincere bisogna non perdere. Otto punti di vantaggio sono quasi tre partite. Non era un match point». Ma ci assomigliava molto. E la Signora ha avuto il braccino.
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