Signora, riecco il Principino. E ora ha tutto per il Porto

Marchisio ritrova la rete in serie A dopo 643 giorni. Juve HD: Higuain segna e ispira, Dybala doppietta

Signora, riecco il Principino. E ora ha tutto per il Porto

nostro inviato a Torino

La Juve fa il compitino pur calando il poker contro il Palermo nella prova generale per il Porto. La Signora non incanta ma vince e dà il via all'operazione Champions con un Dybala da applausi in quella che è stata la notte di Claudio Marchisio. Il Principino sblocca una partita che chiude un suo personale cerchio. Dal Palermo al Palermo. Praticamente un anno dopo quella domenica di aprile in cui il ginocchio del centrocampista fece crac ritrova il sorriso. Un urlo fece calare in un silenzio irreale lo Juventus Stadium, neanche un gol avversario o una delle rare sconfitte ci sono mai riusciti. Ieri venerdì 17 febbraio, per i superstiziosi giorno in cui chiudersi in casa, Marchisio è tornato a esultare. Alla stessa squadra che lo fece precipitare nel dramma, pochi metri più in là dalle zolle che lo tradirono e gli fecero perdere l'Europeo. Dalle lacrime di dolore a quelle di gioia. Un vero e proprio calcio alla sfortuna. È la notte di Marchisio quattordicesimo marcatore della multinazionale del gol bianconera. L'azzurro ha avuto sempre feeling con il gol, ma gli mancava da troppo tempo, l'ultimo segnato in campionato all'Inter nel maggio 2015 (643 giorni). Allegri pochi giorni fa aveva parlato di un mese per averlo al top, il Principino ha risposto nel migliore dei modi al suo allenatore. E l'applauso con cui lo Juventus lo saluta al momento del cambio nella ripresa è una sorta di bentornato. Se Marotta parla dell'arrivo di Verratti come «utopia», in quel ruolo Marchisio può dire ancora dare molto.

Non è solo la sua notte ma anche quella di Dybala che segna (nel finale la doppietta in contropiede) contro la sua ex squadra e come promesso non esulta. Festeggerà al meglio con l'imminente firma sul rinnovo con busta paga ad altezza Higuain. Una punizione capolavoro a fine primo tempo per rimettere a posto un Palermo che qualche problema a Buffon l'aveva anche creato: parata su Nestorovski e anticipo provvidenziale di Asamoah su Balogh.

È una vittoria da fermo non solo perché i primi due gol arrivano sugli sviluppi di situazioni di palla inattiva ma anche perché è una Signora a tratti svogliata, forse anche superficiale già con la testa al Porto. Lo dimostra Allegri che cambia tre volte il vestito alla squadra: dal 4-2-3-1 iniziale al 4-3-3 fino al 4-4-2. Per capirci servirà altra prestazione mercoledì in Champions contro il Porto. Forse pesa il massiccio turnover con Allegri (per il tecnico battibecco con Bonucci, proseguito negli spogliatoi) che rinuncia a Pjanic, Lichtsteiner, Cuadrado e Mandzukic (squalificato). La trazione anteriore non funziona anche perché mancano gli esterni titolari. Comunque Pjaca fa intuire le qualità e soprattutto pedala come gli ha chiesto Allegri. Per una notte la Signora con il nuovo modulo non è bella, subisce a partita finita il primo gol (Chochev) ma segna per la prima volta più di due reti. Perché ci mette lo zampino anche Higuain: nono gol in sette partite nel 2017 e capocannoniere a quota diciannove.

E dopo un'ora di partita testa al Porto perché basta anche questa Juve essenziale per fare la differenza: il Napoli versione low profile poche settimane fa in casa con il Palermo ha pareggiato.

La Juve queste partite le vince anche senza essere bella e questo alla fine fa la differenza. Vittoria scritta perché il Palermo da 10 gare perde con i bianconeri. Vittoria scritta perché lo Stadium è un fortino: 29 successi di fila. Il sesto scudetto non è scritto, ma solo la Juve può perderlo.

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