
Ha vissuto due finali Slam come coach di Jasmine Paolini, come giocatore è arrivato ai quarti del Roland Garros, come commentatore sta seguendo gli UsOpen per Sky. Renzo Furlan legge la seconda settimana del torneo americano.
Partiamo da Jannik: come l'hai visto fin qui?
"Devo dire molto bene: come sempre è estremamente puntiglioso, attento ai particolari. Dopo il primo match era già focalizzato su come migliorare il servizio, che non sta funzionando come dovrebbe. Secondo me è solo questione di dettagli".
Non è il suo colpo naturale.
"Si sa, lui è un gran colpitore. Ma nel corso degli anni ha fatto grandi progressi sulla battuta, che spesso gli consente poi di comandare lo scambio. Certo: è il fondamentale che ha dovuto costruire di più".
Dal punto di vista tecnico, quanto è difficile insegnarlo a un giocatore?
"Teoricamente il colpo più facile su cui lavorare perché si parte da fermo. Però è anche il più complesso dal punto di vista tecnico: devi curare il lancio, la spinta dei piedi l'entrata dell'anca, il ribaltamento della spalla".
Contro Shapovalov è sembrato di vedere un Jannik molto nervoso.
"Ma questo è normale, capita che si perda un po' di fiducia quando le cose non vanno bene. Denis sa togliere ritmo e si può andare in difficoltà. La cosa positiva è che sa gestire questi momenti, l'esperienza lo sta aiutando molto".
Ora c'è Bublik, l'unico che quest'anno l'ha sconfitto oltre ad Alcaraz.
"Un altro match difficile, ed è proprio questione di ritmo. Sasha batte bene, aggredisce, alterna colpi diversi. Però a me è piaciuto che Sinner abbia parlato proprio di ritmo riguardo alle sue difficoltà di sabato: non lo trovava, l'ha cercato, l'ha trovato. E ha vinto".
Passiamo a Musetti, allora.
"Da tempo non vedevo Lorenzo con questa continuità e chiarezza di idee, specie sul rapido. Se dovesse affrontare Sinner sarebbe un match molto interessante, emotivamente e tecnicamente".
Favorito contro Munar?
"Sì, anche se non sarà facile come molti credono. Lo spagnolo non è più solo un terraiolo, è migliorato molto sulle superfici rapide".
A Sky hai espresso un'opinione negativa sul ritiro di Cobolli nel derby con Lorenzo.
"Io ho una posizione chiara: ti ritiri solo per un infortunio serio. Capisco che non ero a New York e magari sto sbagliando, però non ho visto impedimenti così gravi. Se è una questione di stanchezza, di dolore e perché il match ha preso una brutta piega, piuttosto prendi 6-0. Ma anche questo serve a maturare: Flavio è un gran giocatore e un ragazzo splendido, saprà affrontare meglio i momenti difficili".
Cosa succederà adesso?
"Ci sono Sinner ed Alcaraz, ovviamente: Carlos per ora sembra di un'altra dimensione, favorito contro tutti, anche contro Jannik. Djokovic sta caricando le pile: come sempre usa i primi turni per trovare forma. Per me oggi dopo i primi due c'è ancora lui. Però quei due viaggiano a una velocità superiore".
Domanda d'obbligo: la sconfitta della Paolini?
"Aveva grandi ambizioni, nei primi turni è andata molto bene. Però la Vondrousova è un ostacolo complicato: doveva vincere il primo set; invece, poi ha perso continuità e lucidità. Detto questo, è vero che quest'anno ha faticato negli Slam, però è stabilmente nella Top 10 da più di un anno, ha vinto Roma, ha fatto finale a Cincinnati, è in corsa per le Wta Finals. Per cui".
Un giudizio sul circuito femminile?
"La Sabalenka è sopra a tutte, però manca una vera dominatrice e negli ultimi cinque Slam ci sono state cinque vincitrici diverse che non erano lei. Questo rende il movimento vivo e competitivo. Ma le sfide di una volta sono un'altra cosa".
E dunque: finale Sinner-Alcaraz?
"È la più probabile. E, comunque, nel caso io punto sempre su Jannik".