"Solo io conosco così bene i fratelli Marquez in pista"

Un po' team principal e un po' mamma. Nadia Padovani Gresini: "Marc non ha difetti, è umile e carismatico. Alex creda più in se stesso"

"Solo io conosco così bene i fratelli Marquez in pista"

Dopo sette Gran Premi, quando il Motomondiale è ormai entrato nel vivo sugli storici circuiti europei e domani i motori s'accenderanno a Silverstone, in vetta continuano ad esserci quei due fratelli: il cannibale ritrovato Marc Marquez (171 punti, primo), Ducati ufficiale, e Alex, pilota della Rossa gestita dalla Gresini Racing (2°, 149). Ma sono la velocità e la costanza del fratello minore e meno famoso ad aver sorpreso tutti, anche se Nadia Padovani, prima donna proprietaria e manager di una squadra di MotoGP, un po' l'aveva intuito. Puro istinto di mamma, ma anche forte dell'esperienza per aver vissuto accanto al marito Fausto (Gresini), che per la scelta dei piloti ha sempre avuto una sensibilità eccezionale. Per cui, chi meglio di Nadia per valutare i due fratelli, tanto più che anche Marc, la passata stagione, ha corso per lei.

Si aspettava un Alex sempre in alto?

«Ho sempre creduto in lui, ma non ci aspettavamo questi risultati».

Quanto ha influito avere Marc come compagno di squadra durante il 2024?

«Tantissimo. Alex è cresciuto molto, ma anche noi come squadra. Alex ha imparato tante cose, ma soprattutto a credere più in se stesso. Allo stesso tempo avere Marc nel box è impegnativo perché ingombrante. Per anni Alex è stato considerato da tanti il fratello di, nonostante due titoli mondiali, e adesso sta dimostrando di essere un campione. Non solo, senza Marc, quest'anno si è fatto carico della responsabilità di essere il pilota di riferimento nel team».

Quando ha intuito che questo poteva essere l'anno buono?

«Nei test di Barcellona dopo l'ultima gara della stagione Alex è salito in moto per la prima volta con il sorriso. Gli ho detto: OK, il 2025 è il tuo anno. Puntavamo a finire nella top 5 ogni gara, invece i risultati sono stati superiori alle aspettative».

Avendo gestito nel 2024 il Brother team, quali sono i pregi e i difetti di Marc?

«Faccio fatica, perché Marc di difetti ne ha veramente pochi (sorride). Posso garantire che in pista Marc è un alieno. È veloce e soprattutto molto intelligente: riesce a vedere prima degli altri certe strategie, certi dettagli. Nel nostro sport non puoi permetterti la minima esitazione, Marc in questo è immediato».

E come persona?

«È fantastico, sta bene in compagnia, non fa pesare di essere un otto volte campione del mondo, ma allo stesso tempo ha un carisma che è contagioso: ti trascina nel suo modo di essere, riesce a conquistare tutto il team, per questo parlo di personaggio ingombrante».

E Alex?

«Alex è più dolce, carino, me lo abbraccio come mamma. Marc è più rock anche se vedo che Alex sta maturando molto velocemente, trasformando anche quello che in passato è stato un po' il suo difetto: una certa mancanza di fiducia in se stesso. I podi e infine la vittoria di Jerez gli hanno dato un boost incredibile e questo si riflette anche in pista».

Come si divide papà Julià tra il team Gresini e la Ducati factory?

«I genitori sono belle persone. Normali. Julià viene a tutti i gran premi e si divide tra i due box. Se è con noi alla Sprint, la domenica è da Marc. La gara dopo, viceversa».

Con la vittoria di Jerez Alex ha sfatato anche il soprannome di eterno secondo.

«Con Marc in pista, un secondo posto vale una vittoria perché Marc se non cade, arriva davanti. Certo, tra Alex e Marc c'è rispetto, soprattutto in un sorpasso, fai più attenzione se devi passare tuo fratello, ma quando sono in pista ognuno fa la sua gara».

Vedere la Gresini Racing sul primo gradino del podio ricorda l'era d'oro di Sete Gibernau.

«Vincere come team satellite non è mai scontato. Con Sete sono stati anni bellissimi e devo dire che Jorge Martin e Pramac sono stati bravi lo scorso anno a portare un team privato a vincere il titolo iridato».

La Gresini Racing ha un'eredità prestigiosa. Ha gestito talenti come Loris Capirossi, Daijiro Kato, Sete Gibernau, Marco Melandri, Toni Elías, Marco Simoncelli, ed ancora Enea Bastianini, Fabio Di Giannantonio e lo stesso Marc Marquez.

«Sento la responsabilità. Tante volte mi chiedo se Fausto avrebbe fatto le stesse scelte che abbiamo fatto noi. Non lo sapremo mai, ma certo faccio tutto questo con coraggio, determinazione e amore per il nome che porta il nostro team. Per Fausto. Siamo professionali e i risultati ottenuti con altri piloti in questi anni parlano per noi. Siamo vincenti altrimenti Marc non sarebbe venuto. Certo, poi ha influito anche il fatto che suo fratello Alex fosse già con noi. Dai Gp tornava a casa con il sorriso e raccontava. Marc è tornato a divertirsi e a vincere».

Fausto ne sarebbe orgoglioso.

«Assolutamente. Gli è sempre piaciuto sin dai tempi della Moto3. In casa nostra lo abbiamo sempre seguito con attenzione. Fausto aveva anche provato ad averlo, ma in Honda aveva un contratto blindato. Averlo con noi è stato realizzare un sogno di Fausto».

Come vede il Mondiale?

«Noi continuiamo a lavorare sodo. L'imperativo è andare a punti ogni domenica. Sappiamo che sarà dura perché se Marc non fa errori, finisce davanti. E la stessa cosa succederà con Bagnaia (120 punti, 3° nel mondiale). Se ritrova il feeling, sarà davanti, anche perché è veloce e costante».

Sarebbe contenta se

«Se finiamo nella Top3 con Alex e occhio ad Aldeguer: da rookie sta facendo veramente bene».

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