Uno strapotere oltre ogni regola di comportamento

di Riccardo Signori

G eoffrey Kondogbia è specialista in autogol e non perde occasione per dimostrarlo. L'Inter ne sa qualcosa. Ousmane Dembelè sta prendendo pratica (in autogol) e i tedeschi del Borussia Dortmund non gradiscono. Seguirà punizione. Entrambi hanno dimenticato due-tre regole del comportamento professionale e non si sono presentati all'allenamento. Entrambi sono francesi, ma non tutti i giocatori francesi sono così viziati. Diciamo che nei francesi c'è una buona dose di effervescenza. Entrambi vogliono lasciare la società nella quale giocano, dalla quale ricevono sostanziosi stipendi, ed entrambi sono costati non poco a Inter e Borussia.

Ingeneroso divertirsi nel tiro a segno solo con questi ammutinati a rischio zero (al massimo finiscono in tribuna) perché il mondo del pallone ci sta mostrando la solita faccia deturpata: chi vuol fuggire ci riesce, non ci sono sbarre o contratti che tengano. Quest'anno è davvero una grande fuga. Esiste sempre una scappatoia, c'è sempre l'aggiustamento. Le società hanno potere soltanto nel dire sì alla richiesta dell'atleta: voglio andarmene; non voglio andare dove volete mandarmi. Le clausole rescissorie da centinaia di milioni diventano protezioni di carta velina davanti ai soldoni degli sceicchi. Giocatori e procuratori hanno capito il trucco e si sono adeguati. Neymar ha fatto choc, gli altri non sono chic nel modo di lasciare club e compagni.

Si è sempre detto che i calciatori sono bambini viziati, ma almeno i bambini costano meno.

La professionalità, per molti, significa incassare l'assegno. I club li istigano al tradimento, i procuratori fanno sognare montagne verdi (di euro). I giocatori non hanno teste da pensatori, al massimo pensano con i piedi. Eppure non restano mai a piedi.

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