Sport

Il vero incubo Ferrari non è la vittoria di Lewis ma farsi male da sola...

Leclerc sale su un cordolo e va in tilt: "Si è spento tutto...". Vettel si fa la strategia: 7°, ma doppiato

Il vero incubo Ferrari non è la vittoria di Lewis ma farsi male da sola...

Da una parte c'è Hamilton. Dall'altra il resto del mondo. La Ferrari di oggi però non fa parte di nessuno dei due mondi. Vive una vita tutta sua. Una vita triste e deprimente perché per la Ferrari del 2020 fare un'impresa significa chiudere al settimo posto a un giro dal vincitore. E ringraziare pure il fatto di finire doppiati così, con un giro in meno da completare, si riesce a tenere dietro un trenino di avversari. Sebastian Vettel ha ripescato la sua vecchia grinta e messo in pista la sua saggezza con una condotta di gara accorta, uno stop in meno della concorrenza con addirittura 36 giri sulle gomme soft. L'unico modo per schiodarsi dalla decima posizione che oggi è quel che merita la Ferrari. Ha dovuto convincere il muretto dei box, dire: «Potremmo anche provare ad andare in fondo con queste gomme», dopo che i geni gli avevamo chiesto di spingere rischiando di frullare le gomme in un battibaleno.

La gara di Seb è stata l'unica luce nella notte fonda ferrarista che ha trattenuto al buio anche il povero Leclerc. Charles stava lottando con Norris per la dodicesima posizione quando la sua SF1000 si è spenta. Colpa della botta su un cordolo sospettano in Ferrari. Sarebbe imbarazzante. «Si è spento tutto e sono andato in testacoda; il nostro pacchetto è questo». Sta di fatto che Charles non riuscendo a ripartire si è slacciato le cinture e poi quando la SF1000 ha ripreso vita non ha potuto fare altro che rientrare ai box e ritirarsi. Tanto era ultimo Deprimente. E quando chiedono a Vettel come uscire da questa situazione, lui risponde: «Il mio parere non è più così importante...». Sembra davvero non veda l'ora di togliersi di mezzo. D'altra parte si temeva che Barcellona potesse mettere un altro segnaccio rosso sul compito presentato dalla Ferrari. Questa è una pista che non perdona e mette in risalto tutti i difetti di una monoposto. Qui a febbraio la Ferrari aveva capito di aver sbagliato strada. Sei mesi dopo non l'ha ancora ritrovata, nonostante Binotto racconti che «il potenziale dell'auto era il quarto posto e la qualifica ha compromesso tutto». Leclerc è più sincero: «Che si tratti di motore o di aerodinamica il nostro non è un pacchetto generale forte, dobbiamo lavorare tanto». Il problema che continuando così si rischia di far sparire nel buco nero anche Leclerc con lo stesso muretto dei box che impeccabile non è stato, visto che alla fine la strategia vincente è stata scelta da Seb. Forse la Ferrari dovrebbe offrirgli un posto da stratega al muretto boxanche se Binotto racconta che «le discussioni con i piloti ci aiutano a prendere le decisioni giuste».

«Ho delle sensazioni stupende. Sono ammirato dalla mia Mercedes». Se da una parte c'è la depressione Ferrari, dall'altra c'è l'esaltazione di Hamilton. E' alla sua quarta vittoria stagionale, l'88esima in carriera (Schumi è a tre soli successi), il 156° podio della carriera (record assoluto), ha allungato ancora nel mondiale (+ 37 su Max) La sua è una marcia inarrestabile tanto che Lewis dal podio può anche prendersi il lusso di mandare un altro messaggio oltre all'ormai classico Black Lives Matters: «Non correte rischi, continuate a indossare la mascherina».

Vincere non gli basta più.

Commenti