La viola segna per la Juve pensando troppo a Vlahovic

L'autogol di Venuti castiga una buona Fiorentina. All'ex trattamento "speciale" tra marcatura e insulti

La viola segna per la Juve pensando troppo a Vlahovic

Diecimila fischietti per infastidire Dusan Vlahovic. E una serie di striscioni esposti in curva Fiesole per accoglierlo nello stadio che è stato il suo. Fiorentina-Juventus, semifinale di andata di Coppa Italia, è stato un match duro, inevitabilmente condizionato dal ritorno del serbo nella piazza abbandonata di recente. Alla fine, lo 0-1 è stato però determinato da Juan Cuadrado, il cui tiro cross è stato deviato da Venuti nella propria porta: ex viola anche lui, già decisivo il 6 novembre scorso nel match di campionato. Il prosimo 21 aprile, nella gara di ritorno, il verdetto finale.

DV7, schierato titolare da Allegri dopo la minima pretattica della vigilia, non si è dimostrato in compenso il solito cobra dell'area di rigore: controllato a vista dall'amicone Milenkovic, nel primo tempo non si è mai reso pericoloso e ha trovato giusto lo spazio per un tiretto (deviato) appena prima dell'intervallo. In compenso, la curva Fiesole lo aveva accolto con una coreografia che richiamava il canto numero XXXII dell'Inferno di Dante, quello che narra le sventure negli inferi di coloro che in vita sono stati traditori. Non è dato sapere se il serbo (apostrofato anche come zingaro) abbia notato il tutto e/o se ne sia rimasto colpito: dettaglio, alla fin fine. Perché poi si è cominciato a giocare e, almeno fino a metà gara, in campo c'è stata solo la Viola: vero che Perin non ha dovuto compiere miracoli, ma il bilancio di dieci tiri a uno raccontava chiaramente di una prima frazione in cui davvero la Juve è rimasta a guardare o poco più. Il giovane Akè, sulla destra, si faceva sovrastare da Saponara così come Ikonè risultava quasi imprendibile per Pellegrini e De Sciglio: era proprio del francese l'occasione più ghiotta, ma la sua conclusione terminava a lato e la Juve si salvava, così come non aveva pagato dazio intorno al quarto d'ora dopo che un errato disimpegno di Perin non era stato adeguatamehte sfruttato da Bonaventura.

Il palo dello scatenato Ikonè (magia di Torreira per spedirlo davanti a Perin) inaugurava quindi la ripresa, con Cuadrado al posto di Akè da un lato e Venuti per l'infortunato Odriozola dall'altro. Arrivava anche, e finalmente, il primo squillo di Vlahovic: Terraciano era però pronto a deviarne il pallonetto, poi Allegri chiedeva a Morata di combinare qualcosa in più del solito fumoso Kean.

Era però ancora soprattutto la Fiorentina a rendersi pericolosa con folate improvvise e inserimenti puntuali: Vlahovic a tratti si mostrava nervoso, Cuadrado sprecava prima una punizione e poi un potenziale quattro contro tre. La volata finale, però, era sua: fortunata, ma vincente.

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