Lo spot col Toni mafioso non turba Toni

nostro inviato a Firenze

Non bastava il titolo “Italia mafia” di un’edizione di Der Spiegel negli anni ‘70. O il “pizza arrivederci” di un tabloid tedesco alla vigilia della semifinale di Dortmund fra Italia e Germania nel mondiale di due anni fa. Puntuale rispunta l’immagine dell’italiano sbruffone, donnaiolo e un po’ inciucione. L’ultima trovata è lo spot, che impazza da giorni sulle tv tedesche, di una catena di elettrodomestici teutonica. Reclamizzando un’offerta di televisori in occasione degli Europei di giugno, ha rispolverato i vecchi cliché sul Belpaese.
Nello spot delle polemiche - come ha raccontato ieri il Corriere della Sera - un tifoso italiano di nome Toni (chissà se il riferimento all’attaccante azzurro divenuto il re dei bomber in Bundesliga è solamente casuale) è un tipo impomatato, con baffetti, catenelle d’oro, un bruttissimo giubbotto di pelle azzurro e canottiera con il tricolore sul petto. Toni si improvvisa cliente di questa catena di elettrodomestici (la Media Market) risultando un playboy – si mette a fare il galante con un’avvenente commessa - e un truffatore, anche con un amico, barando sul prezzo di un telefonino. Ma nello spot compare anche una battuta che sembra figlia del nostro scandalo di Calciopoli. Dice il protagonista: «I tedeschi comprano tv, frigoriferi, computer, gli italiani invece comprano gli arbitri».
«Non avevo visto questo spot – dice il centravanti del Bayern, già in Italia per qualche giorno di vacanza dopo il titolo conquistato grazie anche ai suoi gol -. Devo dire la verità, mi sembra strano: i tedeschi ci amano, in un anno a Monaco non ho avvertito pregiudizi». Anche Luca Toni, tirato in ballo involontariamente in questa vicenda, ricorda il richiamo alla pizza nel mondiale tedesco.

«Secondo me è un italiano che lo fa apposta perché è particolarmente scaramantico – scherza l’attaccante -: l’altra volta ha portato bene, porterà bene anche per l’Europeo in Austria e Svizzera. Può essere un modo per destabilizzare l’ambiente, ma non ci tocca. E a me non dà fastidio più di tanto, ci ridiamo sopra e finisce lì».

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