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Sprechi, ecco la provocazione di Formigoni "Riduciamo anche il numero delle Regioni"

Il governatore della Lombardia rivela la sua ricetta per abbassare i costi della politica. Oltre alle Regioni, secondo Formigoni, si potrebbero accorpare anche i Comuni sotto i 5000 abitanti e ridurre le Province a una cinquantina rispetto alle 107 attuali. Sei d'accordo? VOTA

Sprechi, ecco la provocazione di Formigoni 
"Riduciamo anche il numero delle Regioni"

Per ridurre gli sprechi, non basta eliminare le Province, ma serve anche ridurre il numero delle Regioni. La provocazione arriva dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni che precisa: "Non si tratta ancora di una proposta concreta, ma sto ragionando su questo tema", ha detto durante un incontro a Palazzo Lombardia. Per Formigoni "dalle 20 Regioni più le due province a statuto speciale si potrebbe scendere a una dozzina in totale". "Alcune delle attuali - ha detto - sono spesso troppo piccole e poco popolate e non hanno il giusto peso per essere competitive. Regioni più grandi, più popolate, più’ forti economicamente sarebbero più’ adeguate a reggere la concorrenza con le altre grandi Regioni del mondo".

La proposta della Fondazione Agnelli Mire espansionistiche? No, assicura Formigoni: "Anche la Lombardia è pronta a mettersi in discussione". La proposta fu fatta già in passato dalla Fondazione Agnelli: "Si potrebbero riprendere quelli studi", ha detto il governatore, secondo il quale per quanto riguarda i Comuni quelli sotto i 5000 abitanti - che in Italia sono 5.787 - "potrebbero essere accorpati, mettendo assieme le funzioni principali che in questo modo verrebbero a costare di meno".

La riduzione delle Province "Analoga e drastica riduzione anche nel numero delle province - ha poi aggiunto Formigoni - passando dalle 107 attuali a 40-50 al massimo". Per il momento solo un’idea che il governatore è però intenzionato a sviluppare e concretizzare.

"Butto il sasso nello stagno - ha affermato - ed è un sasso bello grande che farà discutere, ne parlerò con i miei colleghi delle Regioni, con l’Anci e con l’Upi, se saranno d’accordo si potrebbe concretizzare con una proposta di legge al Parlamento da parte dei Consigli Regionali, altrimenti è comunque mia intenzione andare avanti da solo". 

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