Il senatore John McCain si è sempre presentato come un candidato pronto a limitare linfluenza dei grandi poteri economici, di lobby e multinazionali, sulla politica americana. Tuttavia, unanalisi condotta dal New York Times sulla lista dei 106 più importanti finanziatori della sua campagna elettorale - coloro che non solo hanno contribuito direttamente ma hanno anche raccolto fondi (almeno 100mila dollari ciascuno) attraverso una rete di influenti conoscenze - ha scoperto che almeno sei di loro sono lobbisti. Si tratta della categoria più numerosa, dopo quella dei lavoratori del settore dei servizi finanziari. Il senatore ha spesso criticato il ruolo dei cosiddetti «interessi speciali» a Washington. E secondo il quotidiano, la scoperta del sostegno dei lobbisti alla sua candidatura è lennesimo esempio di come il senatore stia cercando di mantenere un equilibrio tra la propria immagine di riformatore e la realtà della sua campagna elettorale.
Recentemente McCain era stato criticato per il fatto che molti dei suoi più stretti collaboratori erano legati alle società di lobby della capitale, incluso il responsabile della sua campagna Rick Davis e il consigliere Charles Black, che solo recentemente si è dimesso da presidente della sua società per evitare accuse di conflitto di interessi.Spuntano i lobbisti tra i finanziatori di McCain
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