Cronaca locale

«Sta diventando troppo xenofoba»

Fontana, Milano è da buttare o da conservare?
«C'è parecchio da buttare: gestione stupida di privilegi e spazi, xenofobia strisciante, sociopatia diffusa, ipocrisia come se piovesse».
C'è qualcosa che ricicleresti?
«Diverse zone ai margini del centro. Attendono solo una scossa».
Che cosa offre ai trentenni?
«Qualche prospettiva in più, aperitivi a prezzo onesto e un fondo di serietà vecchio stile. Ma anche bruttezza estetica, crudeltà e solitudine».
Trovare l'amore a Milano.
«Brutto tasto. Socializzare è dura, non ci sono veri luoghi di aggregazione».
Trovare casa.
«Non è complesso, ma gli affitti sono sproporzionati».
Trovare lavoro.
«Sulla carta, sembra offrire di più. Nel concreto, e con la fame di profitto che pesa sulla città, può essere anche molto frustrante».
Trovare cultura.
«Manca una valorizzazione diversa dei cosiddetti luoghi alternativi. Non significa renderli mainstream. Ma lasciarli liberi di essere come sono».
Fare gli scrittori a Milano.
«Di Milano si scrive sempre più spesso, ma (con lodevoli eccezioni) il tutto si traduce in retorica. Gran parte di chi ne scrive sembra non sia mai uscito dalla cerchia dei Navigli. Questa città non finisce a Porta Venezia. Anzi, forse è lì che comincia la vera metropoli».
Il tuo romanzo milanese in poche righe.
«Un reportage sugli immigrati, "Babele 56". Otto storie di quotidiana interazione fra la città e alcuni stranieri».
Identikit dei milanesi.
«Di veri e propri ne conosco due. Gli adottivi tendono a uniformarsi al luogo comune: nervosi, burberi, superficiali. C'è qualcosa nell'aria che ti spinge a essere così».
Identikit delle milanesi.
«Come i milanesi. Con qualche variazione sul luogo comune».
Il più grande peccato di Milano.
«La viltà. Ha bruciato il suo passato di città dignitosa vendendosi al denaro. Aveva la chance, negli anni ’70, nonostante il terrorismo, di imporsi come "capitale morale". Ha preferito diventare una città da bere. Almeno ci si divertiva. Ora è solo caricatura».
Un consiglio per chi ha fatto le valigie per venire qui.
«Trovare una vera ragione per restare e prepararsi a stringere i denti».
Un consiglio per chi vuol fare la valigie e andarsene.
«Se la destinazione è buona, non tornare».
Un progetto per l'Expo.
«Terra-terra: una rete di piste ciclabili serie».
Un progetto per domani mattina.
«Fare colazione. E tenere gli occhi aperti».
Il tuo scrittore milanese d'elezione.


«Onestamente non ce l'ho».

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