Stage, Milan e Juve a rapporto da Petrucci

di Franco Ordine
Mancava solo l’ultimo «disobbedisco» della Lega di serie A alla federcalcio e alla Nazionale, per rendere plastica l’idera di un settore, già peraltro diviso da rivalità di ogni tipo e polemiche feroci, ingovernabile. Il ct Prandelli ha chiesto, in punta di piedi, di poter apparecchiare due-tre stage con gli azzurri a Coverciano da qui alla fine della stagione e prima del ritiro canonico al fine dichiarato di affinare tecniche e strategie, limare difetti tattici e coltivare il senso dell’appartenenza. La risposta, brutale e definitiva, giunta dalla trincea del presidente di Lega Beretta è stata la seguente: non se ne parla nemmeno. A questo punto è dovuto intervenire il presidente del Coni Gianni Petrucci prima con un appello «ai presidenti di buona volontà» perché correggano la rotta, poi con un paio di iniziative diplomatiche. Di fatto il capo dello sport italiano sta supplendo al vuoto politico provocato dal presidente federale Giancarlo Abete, il cui potere di persuasione nei confronti dei presidenti di serie A, è ridotto ai minimi termini. La stessa scena si è ripetuta puntualmente all’epoca del tavolo della pace convocato dall’inquilino del foro italico per mettere fine alla guerra post-calciopoli: l’iniziativa, col niet di Della Valle, si concluse con un buco nell’acqua. Questa volta Petrucci non si è limitato a firmare l’appello. Ha fatto di più, a fari spenti. Sabato mattina ha interpellato al telefono prima Galliani vice-presidente del Milan e poi il presidente della Juve Agnelli per suggerire un compromesso soddisfacente. Non solo. Nel pomeriggio, allo stadio Olimpico per il rugby, ha parlato a lungo con Prandelli e riferito dello spiraglio aperto. La soluzione potrebbe essere articolata su due punti: 1) ridurre a uno solo lo stage azzurro; 2) procedere a una convocazione ridotta, reclutando uno, massimo due esponenti per i club impegnati sui fronti di scudetto e Champions. Come si capisce al volo la questione riguarda in particolare la Juventus che ha ben sei azzurri coinvolti nell’operazione euro 2012. In qualche caso sono stati gli stessi calciatori a suggerire il no avendo a cuore più un lunedì libero che un viaggio di andata e ritorno a Coverciano.

Se ne riparlerà nei prossimi giorni ma la sensazione è che questa volta la missione di Petrucci avrà un parziale successo. Se così fosse, ci sarebbe da chiedersi molto semplicemente: ma non sarebbe meglio eleggere direttamente Gianni Petrucci prossimo presidente della federcalcio?

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