Stamattina la sinistra ci riprova ma tutti votano scheda bianca

Si profila ininfluente il secondo scrutinio per eleggere il successore di Carlo Azeglio Ciampi. Le due coalizioni potrebbero trovare l’accordo nel pomeriggio, alla terza seduta

Massimiliano Scafi

da Roma

Sessant’anni fa, era proprio il nove maggio, Umberto II salì sul Colle dove regnò per poche settimane. Sessant’anni dopo il suo sosia, il suo gemello separato, sembra a un passo dall’incoronazione: Giorgio Napolitano, The Prince, il «Principe» inglese dei Ds, vede il Quirinale ma non può ancora raggiungerlo. Fumata nera e tante schede bianche, vertici notturni e abboccamenti all’alba, dichiarazioni pubbliche e contatti riservati, dubbi nella maggioranza e qualche apertura nella Cdl. E oggi si ricomincia.
Chissà, Napolitano potrebbe farcela già in serata. Ma ci sono ancora molti se: se la Quercia accetterà di seppellire la candidatura D’Alema, se Fini e Casini riusciranno a convincere Berlusconi, se non ci saranno altre sorprese, se non scenderà in campo Franco Marini... L’appuntamento intanto è per le 11,30, quando comincerà il secondo scrutinio. Si prevede un altro spoglio «tranquillo». Senza un’intesa con la Cdl, annuncia Piero Fassino, «voteremo scheda bianca in attesa che si realizzino le condizioni per una convergenza». Pure il centrodestra è orientato ad annullare il voto. «L’accordo non c’è ancora - sostiene Roberto Calderoli dopo aver visto il Cavaliere -. Vedrete, anche il secondo scrutinio andrà a vuoto».
Ma più passano le ore, più il patto trasversale appare possibile: le schede bianche del Polo sarebbero viste come un piccolo passo avanti. «Non vedo ragioni per le quali il centrodestra non possa votare Napolitano», dice ancora il segretario della Quercia. In questo quadro, il Principe potrebbe quindi farcela alla terza conta, quella della sera. Romano Prodi è ottimista: «Siamo in attesa di conferme. I segnali sono buoni, e ho notizie di un dialogo in corso nella Cdl. Aspetto conferme e mi auguro che la discussione dia luogo a un accordo e che domani si eleggerà il presidente della Repubblica». Si cerca dunque di stringere su Napolitano. «Sì - conferma il Professore uscendo dall’ennesima riunione in Piazza dei Santissimi Apostoli - è un candidato che non può non unire il Paese».
Ventiquattr’ore però sono tantissime e in politica tutti gli accordi sono sempre scritti sulla sabbia. E se la Cdl decidesse di non appoggiare Napolitano, tornerebbe tutto in alto mare e si aprirebbero scenari imprevedibili. L’Unione, «costretta» a imporre un capo dello Stato a maggioranza, potrebbe ad esempio rilanciare Massimo D’Alema. Oppure, i settori centristri dei due schieramenti potrebbero gettare in pista Marini, compensando poi la Quercia eleggendo Angius o la Finocchiaro al Senato.

O anche, potrebbe spuntare il profilo aguzzo di Giuliano Amato. E se lo stallo perdurasse, c’è persino chi ipotizza di tornare a bussare a casa Ciampi. Nell’incertezza generale, l’unica cosa certa è che la partita è aperta.

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