Allo stand torinese l’attrazione si chiama Minicargo

Fiat giocherà un ruolo di primo piano al Transpotec, grazie anche, ma non solo, all’atteso furgoncino, nome in codice Minicargo (e si si tornasse alle denominazione Fiorino?), che nonostante si sia intravisto in qualche foto galeotta nasconde ancora le sue vere forme: verrà svelato soltanto un paio di giorni prima del Salone.
Nei commerciali, Fiat negli ultimi dieci anni le ha azzeccate tutte: l’invenzione dello Scudo, che ha ridisegnato sulla forma del monovolume il concetto di consegna, creando una nuova area di volume, quella dei 6 metri cubi, e di accessibilità al carico/scarico; l’accordo con Psa, rinnovato in pratica sine die, con stabilimenti che lavorano a pieno ritmo e generano sinergie effettive tra esperti italiani e francesi, senza diffidenza e in perfetta sintonia; il nuovo Ducato, veicolo di successo, appeal e funzionalità, erede di una grande genealogia, e non a caso dalla nascita il furgone più venduto in Italia. Per non parlare dei motori light e delle gamme a basso impatto (GPL e CNG). Sotto la nuova denominazione Professional, guidata da Franco Miniero, una famiglia di veicoli determinati a mantenere sopra il 40% la quota di galleggiamento Fiat, ovvero tra 80 e 90mila veicoli di nuova immatricolazione, buona parte dei quali destinate alle flotte. Fondamentale quindi il nuovo automezzo, parente di Doblò e Scudo, chiamato a risolvere il problema della consegna veloce nei centri urbani, specie se antichi, nel rispetto delle sempre più stringenti norme antinquinamento (riteniamo verosimile quindi che sin dalla presentazione venga proposto un ibrido o un elettrico).


La forma? Estremamente compatta, in pratica un’utilitaria furgonata non lontana dagli stilemi della Seicento (della quale peraltro esiste una versione Van), con delle soluzioni di meccanica che ne modificano la carrozzeria interna al fine di aumentarne vano di carico e accessibilità.
Il propulsore di riferimento dovrebbe rimanere l’1.3 Multijet, mentre l’1.1 Multipoint (il Fire) troverebbe logica in un impiego ibrido.

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