"È stato lui ad aggredirmi". E la madre di Manuel insorge

Rezza, a processo per l'omicidio di Mastrapasqua a Rozzano, chiede perdono: "Non volevo ucciderlo"

"È stato lui ad aggredirmi". E la madre di Manuel insorge
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«Non era mio intento ammazzarlo, volevo solo rapinarlo. Mi sono avvicinato con il coltello per farmi dare quello che aveva e lui ha reagito innervosito, mi è saltato addosso e io d'istinto ho alzato il coltello gliel'ho puntato». Daniele Rezza, 20 anni, fa dichiarazioni spontanee al processo per l'omicidio di Manuel Mastrapasqua (nella foto), avvenuto a Rozzano lo scorso 11 ottobre. La madre del 31enne ucciso a coltellate per rubargli un paio di cuffie da 15 euro, protesta ad alta voce: «Non è vero!». La presidente della Corte d'assise Antonella Bertoja è costretta a riportare la calma in aula.

«Voglio chiedere scusa e perdono alla famiglia per quello che ho fatto - ha continuato Rezza -. Appena entrato in carcere, ho chiesto perdono tramite una lettera e sono pronto a fare subito un percorso di giustizia riparativa». La versione dei fatti dell'imputato non ha convinto i familiari della vittima né il pm Letizia Mocciaro, anche perché la consulenza tecnica del genetista Pasquale Linarello ha escluso la presenza di Dna sotto le unghie di Mastrapasqua, che non avrebbe reagito affatto alla rapina. Ieri ha testimoniato anche uno dei carabinieri che hanno svolto le indagini: «Quella sera Manuel non ha avuto tempo di difendersi - ha detto l'investigatore -. Zero segni di colluttazione». L'omicidio, come sostiene l'avvocato di parte civile Roberta Minotti, sarebbe stato commesso in «trenta secondi». Ha parlato infine Riccardo, il migliore amico di Manuel, escludendo che possa aver reagito in modo violento a un'aggressione: «Non ha mai partecipato a discussioni, piuttosto preferiva andarsene via. Era una persona molto gentile e premurosa, mite. Per me Manuel era come un fratello - ha aggiunto il ragazzo, commosso -. Il fratello che non ho mai avuto. Parlavamo di ogni cosa. Lui era il mio migliore amico». L'avvocato Minotti ha poi spiegato che la famiglia Mastrapasqua non ha mai ricevuto la lettera di scuse di cui ha parlato Rezza. «In realtà non è mai giunta alla famiglia, non c'è traccia negli atti del pubblico ministero, né in quelli del carcere, non c'è da nessuna parte. Ha chiesto la giustizia riparativa e noi ci siamo opposti data la sua personalità e per i suoi precedenti specifici per rapina».

E sul delitto: l'azione «è stata fulminea, è durata trenta secondi, gli ha strappato le cuffie, lo ha accoltellato e se ne è andato come se nulla fosse. Non solo mente quando dice di essere stato aggredito, ma mente anche quando dice di essersi spontaneamente consegnato». La prossima udienza è fissata per il 2 luglio.

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