da Roma
«Il festival è salvo! D'altra parte come potrebbe fare l'Italia senza Sanremo?». Con questa battuta il ministro per l'Innovazione e la Funzione Pubblica, Luigi Nicolais, ha commentato la circolare che ha consentito lo sblocco dei compensi per i presentatori del festival canoro. Tra laltro, il ministro si è lasciato andare a un apprezzamento non certo simpatico nei confronti di Pippo Baudo. «Il tetto - ha spiegato il ministro incaricato di mettere a punto la circolare - non riguarda i professionisti: Pippo Baudo può quindi andare a Sanremo». Quindi, per il ministro star e starlette possono essere pagate molto, tanto non sono «professionisti». Comunque, ieri, come si paventava da giorni, lintervento del ministro ha risolto la questione che rischiava di creare parecchi problemi burocratici al Festival togliendo il «tetto» ai compensi per Pippo Baudo, Michelle Hunziker e per i superospiti. Il ministro ha infatti firmato la circolare che elimina il limite ai compensi per le figure di spicco della Rai. Il limite fissato dallultima Finanziaria per tutti i consulenti e dipendenti pubblici (quindi anche della Tv di Stato) era quello che prendeva come riferimento la retribuzione del Primo presidente di Cassazione, ma senza meglio precisarla: tanto è vero che qualcuno parla di 250mila euro, altri di 272mila. Nella circolare si rileva che una eventuale applicazione del «tetto» previsto dalla Finanziaria finirebbe con il porre la Rai in condizione di svantaggio rispetto alla concorrenza, ovvero non in grado di misurarsi adeguatamente con il mercato.
Va detto che comunque a viale Mazzini il clima era rimasto tranquillo, nel senso che soluzioni per così dire di «emergenza» erano già in vista, in attesa sempre della circolare sblocca-tetto di Nicolais, che era data per certa. Tanto è vero che se questa fosse arrivata più avanti nel tempo, comunque Pippo Baudo e Michelle Hunziker avrebbero proseguito nel loro lavoro di conduzione del Festival. Anche se temporaneamente lo sarebbe stato a titolo gratuito.
Contro il provvedimento sono subito insorte le associazioni per la difesa dei consumatori.
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