Stipendi tagliati per sindaco e assessori

Il provvedimento previsto nella Finanziaria: da una busta paga che si aggira in media sui 4mila euro ne saranno decurtati 400

A Palazzo Marino si tira la cinghia. E, almeno per una volta, la cura dimagrante non dovrebbe toccare ai milanesi. Ma a sindaco, vicesindaco, assessori, consilieri e giù giù fino ai consigli di quartiere con presidenti ed eletti vari. Oddio mica roba da finir con le pezze ai pantaloni. Ma, comunque, un bel dieci per cento di stipendio e gettoni di presenza in meno che, per chi ce lo deve mettere di tasca sua, va comunque considerato un bel segnale. A maggior ragione in un periodo in cui si sprecano gli inviti all’austerity. Ma soprattutto a quella altrui.
Via di forbice dunque. Che, tanto per farsi un’idea, significherà per gli assessori una busta più leggera di 417 euro al mese. Ottocentomila di quelle che erano le lire e, in proporzione, cifre parametrate per tutti gli altri. A far di conto Guido Manca, delega a Sicurezza e periferie. «Giusto dare un segnale - assicura, ma Dio solo sa se nella sua almeno apparente tranquillità ci sia più rassegnazione o convinzione -. Lo stipendio netto di un assessore è più o meno di 4.170 euro. Facile sapere di quanto diminuirà. Certo il taglio è previsto dalla Finanziaria, ma magari lo avremmo fatto anche spontaneamente». Di tutt’altro avviso il compagno di partito (Forza Italia) e squadra. «La cosa è obbligatoria - incassa Giulio Gallera, il più giovane a sedere al tavolo della giunta -. E noi ci adeguiamo, anche perché non abbiamo mai fatto politica per i soldi. Penso, comunque, che in un simile provvedimento ci sia molta demagogia e poca concretezza. I risparmi vanno fatti altrove. Altrimenti finisce che la gente dimentica che noi facciamo un lavoro di grande responsabilità. Che dalle nostre scelte dipende lo sviluppo di Milano».
Lamentele che finiranno in archivio non appena il consiglio approverà l’«assestamento», il provvedimento con cui sindaco e assessori aggiornano il bilancio di previsione varato a dicembre fra mille strepiti dell’opposizione. Ma non c’è da far conto sui ritardi. Il provvedimento sarà comunque valido retroattivamente dal primo gennaio. Tutti i soldi incassati in più dovranno quindi essere restituiti.
Dagli stipendi a consulenze e spese di funzionamento degli uffici. Sì perché con i sacrifici di consilieri e assessori si incasserà ben poco. Appena 6-700mila euro su un bilancio totale di un miliardo e 800 milioni. Ma Riccardo De Corato tranquillizza i milanesi. «Non metteremo le mani nelle tasche della gente e i servizi sociali non saranno assolutamente toccati». Alla fine il taglio sul bilancio sarà di 15 milioni di euro. «Cinque - spiega il vicesindaco - li risparmieremo sul contratto dell’Amsa che ha incassato di più grazie all’energia prodotta dal termovalorizzatore di Silla. Il resto saranno consulenze e spese degli uffici.

Telefoni, energia elettrica, spese di rappresentanza e magari qualche attività in meno degli assessorati. Ma ora che ci sono le cifre, non sento proteste dall’opposizione. Speravano in una voragine. Non è stato così e adesso stanno zitti».

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