Stop ai profughi: niente tendopoli a Malpensa

L’ipotesi di una tendopoli a Malpensa sembra del tutto tramontata. Dopo un sopralluogo, l’area è stata dichiarata inadatta e, con tutta probabilità, sarà trasformata in un parco. Se proprio dovrà essere allestito un campo per i profughi in Lombardia, allora il luogo prescelto sarà vicino all’aeroporto di Montichiari, zona Brescia. Per ora si tratta solo di una possibilità «e sinceramente - chiosa l’assessore lombardo alla Protezione civile Romano La Russa - speriamo non ce ne sia bisogno. Ci auguriamo piuttosto che martedì il governo indichi soluzioni e siti più adatti». Su un’eventuale tendopoli, è lo stesso presidente lombardo Roberto Formigoni a precisare che «finora il governo non ci ha rivolto alcuna richiesta formale né di tendopoli né di accoglimento di immigrati irregolari in altre situazioni». Intanto in Lombardia montano le polemiche, soprattutto dopo che ieri mattina sono arrivati i primi 40 immigrati, con un treno da Bari, identificati dall’ufficio immigrazione della questura. La paura di tanti è che questo sia solo «un assaggio» di quello che accadrà e si teme «l’arrivo incontrollato di flussi di extracomunitari e clandestini».
«Il treno arrivato alla stazione Centrale - fa notare il vicesindaco Riccardo De Corato - è un déjà vu perché a febbraio 118 tunisini, scappati dai centri di accoglienza, erano stati fermati su un altro treno. E altri 21 erano arrivati a Lambrate. Servono dei presidi militari nelle tendopoli del sud per frenare l’esodo».
La Lega, che oggi manifesterà davanti al consolato tunisino in viale Bianca Maria, chiede che sia chiara la distinzione tra profughi libici e clandestini tunisini. «I clandestini devono sottostare a quanto previsto dalla Bossi-Fini - specifica il presidente del Consiglio regionale Davide Boni -. Dobbiamo tenerci pure i 10mila carcerati tunisini? Credo proprio di no». Il sindaco Moratti dà la piena disponibilità a collaborare. «Ma - specifica - chiediamo che chi non ha ancora ricevuto profughi e rifugiati politici faccia la sua parte come noi abbiamo già fatto».

Il presidente Formigoni precisa la linea della Regione: «Siamo disposti a farci carico dei profughi nel quantitativo che si ottiene incrociando il criterio proposto da Maroni della pura consistenza numerica delle regioni e quello proposto da me di tener conto degli stranieri già sul territorio». Anche il presidente della Provincia Guido Podestà, in attesa di indicazioni più precise dalla prefettura, mette il freno: «Non c’è un numero illimitato di persone che possiamo accogliere».

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