Cronaca locale

Dopo lo stop a Lavater il Comune è assediato dai comitati anti-parcheggi

Dopo lo stop a Lavater il Comune è assediato dai comitati anti-parcheggi

C’è chi ripete lo slogan di Giuliano Pisapia in campagna elettorale: «Salveremo le nostre belle piazze». Ci hanno creduto, lo hanno votato anche per questo. Lo ricorda Giampiero Attanasio, portavoce del comitato di piazzale Bacone dove dovrebbe essere scavato un parcheggio di 6 piani. E dopo aver assistito allo stop del silos in piazzale Lavater, a 500 metri di distanza, lui e tanti residenti anti-parcheggi si sono «risvegliati dal sonno» come ammette l’assessore ai Lavori pubblici Lucia Castellano, assediata ieri in commissione da una decina di comitati. Ma dalle parole (della campagna) ai fatti la giunta si è resa conto di aver trascurato il bilancio, quello che aveva costretto anche l’ex sindaco Moratti a portare avanti suo malgrado opere ereditate dal passato. «Ascolteremo tutti ma scontenteremo qualcuno» premette l’assessore, perché «la situazione è tragica, ci troviamo con 235 progetti già aggiudicati e anche dove i cantieri non sono aperti abbiamo vincoli con le impresa, ogni retromarcia costa e ci esporremmo a un debito di decine di milioni». Ma dopo l’operazione di un mese fa, con cui la giunta ha firmato la trattativa con l’operatore privato pagando una penale da 400mila euro per cancellare Lavater (insieme ha bloccato il cantiere di Buonarroti e aumentato i posti per residenti in Correggio), altri chiedono lo stop alle ruspe. E da Palazzo Marino si intende che molti resteranno delusi.
Lo stato dell’arte. Dei 235 parcheggi ereditati, 97 sono praticamente conclusi. Dei 138 sotto esame: 121 sono già aggiudicati ma sulla carta (90 residenziali, 31 in project financing). In qualche caso, come fanno presente i residenti del comitato Canaletto o Frapolli, si tratta di contratti per i box firmati addirittura nel 1985, «in 26 anni la gente magari si è trasferita o è passata a miglior vita». E la Castellano ammette che i due progetti potrebbero essere stralciati. Tolti Correggio e Buonarroti per cui c’è già soluzione, sono 14 invece i cantieri già aperti ma su cui i comitati alzano barricate. E forse solo in un caso - in largo Gavirate - la spunteranno davvero. Nel limbo Rio de Janeiro e piazza Bernini, il Comune studia una via d’uscita anche per piazza Bacone dove la sovrintendenza ha bloccato per la settima volta il progetto. Quasi chiusi o in stato troppo avanzato quelli di piazza XXV Aprile, Accursio, Novelli, Leoncavallo, Fatebenesorelle, Bazzini, Alghero, Cascina Bianca, Avezzana, Ampere. Su Sant’Ambrogio la Castellano spiazza la consigliera di zona 1 Francesca Castelbarco che con l’architetto Cini Boeri (mamma dell’assessore Stefano), Jacopo Gardella e altri residenti vip si sono detti pronti a lanciare una colletta per i 10 milioni di penale che servono a bloccare le ruspe. «Le procedure sono in regola e ci esporremmo a una denuncia alla Corte dei conti, il Comune non paga - spiega l’assessore - ma la segreteria generale ha verificato che se il comitato passa dalle parole passa ai fatti e trova i soldi, siamo favorevoli». Prende tempo la Castelbarco, «vogliamo trasparenza sui costi, 10 milioni sono eccessivi». L’assessore riferisce che la Boeri «ha rifiutato un piano b che avevamo proposto, trasformare i posti solo per residenti invece che a rotazione».

Palazzo Marino vuole stoppare silos in centro che «non hanno senso nel momento in cui vogliamo limitare le auto», da Lanza a Manin, Paleocapa, Borgogna, largo Zecca.

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