da New York
Basta con i super-
bonus e le super-retribuzioni: il segretario al Tesoro Henry Paulson ha fatto appello al patriottismo quando ha imposto ai Ceo delle maggiori istituzioni finanziarie di rinunciare ai paracadute dorati nel quadro del nuovo maxi-piano salvabanche. A poche ore dallannuncio ufficiale del presidente George W. Bush, il segretario al Tesoro aveva convocato nove titani di Wall Street per far digerire loro una medicina amara: una parziale nazionalizzazione delle banche americane con conseguenze anche sul loro portafoglio. John Thain, il Ceo di Merrill Lynch, è uscito dal vertice di Washington con una faccia da funerale. Scuri in volto anche Jamie Dimon di JPMorgan Chase, Vikram Pandit di Citigroup e John Mack di Morgan Stanley. Paulson aveva detto ai Ceo che per il bene della nazione e del suo sistema finanziario - la parola patriottismo è stata usata secondo una fonte del Washington Post - ciascuna delle loro istituzioni avrebbe dovuto vendere al governo una cospicua quota di azioni. Tra i banchieri, i Ceo di Bank of America, J.P. Morgan Chase, Wells Fargo, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Merrill Lynch e Citigroup. Invitati anche la Bank of New York Mellon e State Street.
Al tavolo del Tesoro cera, oltre a Paulson, il capo della Fed Ben Bernanke, il capo della Fed di New York Timothy Geithner e Sheila Bair, la presidente della Fdic, lagenzia federale che assicura i depositi bancari. Volenti o nolenti, le nove banche hanno accettato di vendere al governo azioni privilegiate per 125 miliardi di dollari complessivi, con altri 125 miliardi di dollari federali a disposizione di altre 8.500 banche di piccola o media dimensione che, nellarco del prossimo mese, potranno scegliere se partecipare. Dopo lincontro molti Ceo hanno tenuto a precisare di non avere bisogno della ricapitalizzazione, ma di aver accettato di collaborare perché messi sotto pressione da Paulson. Alle banche che accetteranno o che hanno accettato Paulson ha imposto limiti alle paghe degli executive per tutta la durata del piano: «Le istituzioni che vendono azioni al governo accetteranno restrizioni sulle paghe degli executive, tra cui un impegno a restituire i bonus mal guadagnati e un bando sui paracadute dorati», ha spiegato Paulson illustrando il piano.
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