La storia Consegna la pistola: «Prendete oppure l’ammazzo»

TORVAIANICA Va dai carabinieri dopo aver sparato 4 colpi contro la casa del fidanzato «traditore», arrestata per porto d’armi abusivo

Si è presentata dai carabinieri sconvolta, con una pistola in mano. «Arrestatemi, altrimenti l’ammazzo». I militari del lungomare delle Sirene, a Torvaianica, non credevano ai loro occhi quando la donna di mezz’età, giunta trafelata in caserma, ha consegnato loro una Beretta semiautomatica calibro 22 con ancora un colpo in canna. Gli altri 5 proiettili li aveva esplosi tutti, uno dopo l’altro, contro l’abitazione del proprio compagno, nella vicina Tor San Lorenzo. «Mi tradisce e mi maltratta da anni. Non ce la faccio più» spiega la donna in lacrime alla presenza del magistrato di turno della Procura di Velletri e al comandante della compagnia di Pomezia, maggiore Rodrigo Micucci. «L’ultimo proiettile era per il mio convivente, quando si sarebbe presentato a casa. Poi ho pensato a nostra figlia e ho deciso di costituirmi».
Un litigio come tanti, insomma, forse quello di troppo che solo per miracolo non è finito in tragedia. Il fatto è accaduto la notte fra domenica e lunedì, dopo l’ennesimo battibecco. Motivo? Sempre lo stesso: gelosia. Era da tempo che la donna, 45 anni originaria di Ardea, aveva in mente di liberarsi per sempre di quell’uomo che aveva trasformato la sua vita in un incubo. Proprietari di un ristorante nella zona da mesi ceduto in gestione, fra i due non c’è più alcun rapporto sentimentale. Li lega solo la figlia 25enne e il locale dato in affitto. Tanto che per la coppia si prospetta l’idea di lasciarsi. Maria, chiamiamola così, invece medita vendetta. Procurarsi un’arma nel mercato nero della mala pontina non è difficile. Basta una conoscenza giusta, un migliaio di euro ed è fatta. Alla fine serve solo un po’ di coraggio. Quello che è mancato, fortunatamente, alla donna.

Maria è stata arrestata per «porto illegale di pistola, esplosione di colpi d’arma da fuoco e danneggiamento aggravato». Considerate tutte le circostanze, per lei il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, almeno fino all’interrogatorio di garanzia. A debita distanza, ovviamente, dall'uomo.

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