Alla fine dellaprile 2005 Vanessa Guccio, allora 14enne, era rimasta a casa da scuola perché diceva di essersi ammalata per poi, invece, uscire con degli amici. La ragazzina aveva cominciato a frequentare quelle che i genitori ritenevano compagnie poco raccomandabili.
«Aveva cominciato a frequentare un brutto giro, temevo finisse male. Così, durante una discussione a tavola Vanessa, sferrai un pugno sul tavolo - racconta Pietro Guccio - ribaltando piatti e bicchieri. Mia moglie e i bambini si spaventarono, i piccoli si misero a piangere. E unassistente sociale di sostegno, che era in casa con noi in quel momento per seguire Mirko e mia moglie, che soffriva i postumi di una depressione post parto, convinse Tina a raccontare la vicenda ai suoi colleghi del consultorio di zona. Mia moglie spiegò loro che stavamo passando un momento difficile. Poi, comprendendo di aver sopravvalutato la mia reazione tornò al consultorio e spiegò che si era stato solo un episodio.
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