Storie private di guerra e d’Appennino

Storie private di guerra e d’Appennino

Di storia ce n'è tanta, in questo libro di Giovanni Pastine, che unisce all'accuratezza quasi scientifica (è medico chirurgo, specialista in oculistica) la passione per la montagna (è anche istruttore di scialpinismo). C'è storia, osservata con spirito revisionista e privo di livore, ma c'è anche umanità. C'è la storia della Resistenza, raccontata con l'onestà di uno sguardo «dall'alto»... l'alto dell'Appennino ligure. Non c'è drammaticità gratuita, ma anzi probità nell'osservare fatti che solitamente nessuno ricorda, ad esempio che nel 1943 fu possibile disputare i regolari campionati di calcio, o correre la Milano-Sanremo. A testimoniare che, sotto la coltre della guerra, la vita scorreva lo stesso. Ma questi sono argomenti di un'altra opera di Pastine, «Lo sport e la seconda guerra mondiale». Qui ci sono soprattutto fatti, incorniciati da ricordi, come lo sfollamento da Sampierdarena a Savignone, scampati al terribile bombardamento navale del 9 febbraio 1941. C'è spazio per le memorie personali, dal pianto della giovane domestica Maria, quando seppe della morte del compagno al fronte, alle sorti del suocero e del cugino. Ma i veri protagonisti di questo libro sono la storia e i monti, sicuri più del mare: «sui monti ci sono i ribelli»... si vociferava di due gruppi principali, uno formatosi alle pendici dell'Appennino ligure-alessandrino, l'altro nell'entroterra chiavarese. Cominciavano a formarsi le brigate, sui monti che furono sì rifugio, ma anche teatro di sanguinosi scontri: basti ricordare l'eccidio della Benedicta, nell'aprile del 1944, o la strage del Turchino, solo un mese dopo. C'è spazio, tra le pagine centrali, per una manciata di foto a colori di alcuni luoghi di memoria storica, e c'è spazio per una «revisione» anche letteraria: Pastine elenca alcuni dei testi più noti in materia, e ne esamina accuratamente pregi e difetti, dichiarando con limpidezza i suoi coraggiosi intenti revisionistici: «È stata mia modesta intenzione il riferire nel modo più veritiero possibile come i fatti si siano svolti; quel che tanta gente sapeva, ma che aveva anche paura di riferire».

E per concludere, un saggio consiglio di lettura, o rilettura, di un grande testimone della storia del nostro secolo e del nostro Paese, Indro Montanelli, che con il poscritto al suo «L'Italia dell'Asse» illumina questo angolo ancora buio di Storia.
Giovanni Pastine: «Fuoco sulle montagne verdi», De Ferrari Editore, 178 pagine, 18 euro.

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