Roma

Strade più illuminate e agenti sui bus

LE MISURE Verranno installati 5mila punti luce in periferia. Più controlli nelle stazioni

Strade più illuminate e agenti sui bus

Più illuminazione per le strade, uomini in divisa su autobus e metropolitane, telecamere, colonnine sos, controlli nei parcheggi e ai capolinea. È l’offensiva del Campidoglio contro la violenza. Una strategia a tutto campo per rendere Roma una città dove le donne possano girare da sole senza correre rischi. Anche di notte, anche in autobus. Ed è dai trasporti che si comincia. Non ci saranno più zone buie e senza controllo nei dintorni di stazioni e fermate degli autobus e a bordo dei mezzi gli utenti incontreranno con maggiore frequenza uomini delle forze dell’ordine.
Sono soltanto alcune delle misure annunciate dal sindaco Gianni Alemanno al termine della riunione del Comitato straordinario sulla sicurezza che si è svolto ieri in prefettura. Basta con l’escalation di violenze sessuali in città. Tutto è stato deciso rapidamente e senza contrasti: «Le istituzioni - si compiace il sindaco - vogliono realmente dare una svolta sulle tematiche della sicurezza. C’è stato anche un abbassamento del tono polemico». Alemanno ricorda che il Comune ha già installato 563 punti luce nelle aree a rischio e annuncia che nel 2009 ne arriveranno altri 878. Altri cinquemila ne verranno montati in periferia. Il tutto per una spesa complessiva di 6,5 milioni di euro. E affinché a Roma non ci sia mai più un caso Reggiani, ci saranno interventi massicci nelle zone di transito degli utenti. Dopo la morte della donna massacrata da un romeno alla fermata del treno di Tor di Quinto nell’ottobre del 2007, l’Atac individuò 136 siti critici nei pressi di stazioni, parcheggi e capolinea. «Finora - spiega il sindaco - si è intervenuti su 31 siti, ne mancano 105, per questo metteremo nel Bilancio delle risorse e chiederemo aiuto al governo e agli altri livelli istituzionali, per poter intervenire su tutti i siti critici con colonnine sos, telecamere e illuminazione».
Ma è su tutto il sistema della mobilità che verranno aumentati i controlli. «Bisogna fare uno sforzo - continua Alemanno - per mettere personale in divisa negli autobus e sui convogli della metropolitana». Al più presto, inoltre, la Sala Sistema Roma, a cui sta lavorando il generale Mario Mori e che servirà per coordinare le azioni sulla sicurezza, troverà presto una collocazione. «La violenza sessuale - commenta il sindaco - ha due matrici: una di carattere culturale, come nel caso dello stupro di Capodanno; l’altra legata alla massa di persone sradicate che esistono nel nostro territorio. Questo è il caso di Guidonia, della coppia di olandesi e della Reggiani». E se per affrontare quest’ultimo tipo di violenza è necessario aumentare la vigilanza, per combattere l’altra serve una campagna culturale. «Bisogna lanciarla nelle scuole e nei vari contesti per superare la cultura della donna oggetto di abuso», sostiene Alemanno. «Di fronte al dramma delle violenze che sta investendo il nostro paese - osserva invece Barbara Saltamartini, deputata del Pdl - non possimo più perderci d’animo. È il momento di passare ai fatti, lavorando con incisività anche sul piano culturale».
L’offensiva del sindaco contro la sicurezza piace a Mario Baccini, presidente dei Cristiano popolari. «Siamo soddisfatti per la decisione annunciata da Alemanno di strutturare un piano per l’illuminazione della città con un cospicuo investimento». Critico invece il consigliere comunale del Pd Paolo Masini: «A proposito di convergenze istituzionali - dice - prendiamo atto con piacere che gli unici progetti concreti proposti da Alemanno riguardano il piano Atac per il contro con telecamere di circa 130 punti critici e il piano Acea per i punti luce in periferia. Per rispetto della verità va anche sottolineato che tali progetti furono elaborati dalla giunta Veltroni». Per Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio sociale, «servono adeguati controlli ma soprattutto severe punizioni che possano garantire il rispetto delle regole del gioco». «È proprio questo il punto - osserva - se si vuole una convivenza civile, attraverso regole condivise da tutti, bisogna fare in modo che tali regole vengano davvero rispettate.

Oggi purtroppo le punizioni sono sempre meno frequenti e sempre più evanescenti e ciò sta generando l’incertezza della pena».

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