da Los Angeles
Sono di nuovo gli anni '80. Tornano le canzoni, le paure, le biciclette al tramonto e quell'eco di innocenza in bilico tra horror e meraviglia: Stranger Things chiude il cerchio là dove tutto era iniziato. Oggi 27 novembre debuttano su Netflix i primi quattro volumi della quinta e ultima stagione del fenomeno mondiale creato dai fratelli Duffer. Un addio scandito da tre date-evento, novembre, Natale e la notte di Capodanno, in cui verranno rilasciate un totale di otto puntate.
Ambientata nell'autunno del 87, con Hawkins presidiata dai militari e ferita dalle Spaccature, enormi fratture nel terreno e nella realtà stessa. "È un mondo in lockdown" come hanno ricordato i creatori della serie. "L'aria è impregnata di un presagio nefasto".
A raccogliere la sfida è un cast che, in dieci anni, ha trasformato quella che sembrava una piccola avventura nostalgica in uno dei più grandi fenomeni globali della televisione contemporanea. Una serie capace di totalizzare, solo con la quarta stagione, oltre un miliardo di ore di visione nelle prime settimane, infrangendo record interni a Netflix e diventando il titolo più visto dell'anno in più di 80 Paesi. Un impatto tale da rilanciare canzoni degli anni '80 fino a riportarle in vetta alle classifiche, influenzando le mode, i linguaggi e perfino l'estetica delle nuove produzioni sci-fi.
In questo viaggio finale tornano Winona Ryder, David Harbour, Millie Bobby Brown e tutto il gruppo originario, di bambini ormai più che ventenni, cresciuto insieme ai propri personaggi e al pubblico. Accanto a loro, l'ingresso di Linda Hamilton, iconica Sarah Connor di Terminator (1984), non è un semplice cameo: è un ponte diretto con l'immaginario pop degli anni '80.
Un cerchio culturale che la serie ha aperto nel 2016 e che ora si chiude con una storia più cupa e adulta.
A Los Angeles, nei quartieri generali Netflix, Bobby Brown e Harbour hanno raccontato il peso emotivo e fisico di quest'ultimo viaggio. Un'ultima stagione che offre enormi novità, dalla trama agli effetti visivi: "Alcuni set erano davvero impressionanti", spiega l'interprete di Undici. David Harbour ha un'anima più rock: "Avete presente come funziona nelle band? Ci sono un bassista, un chitarrista, un batterista eccetera. Chi suona la chitarra non ha bisogno di conoscere il significato della canzone, gli basta sapere perfettamente la sua parte. È quello che succede a me".
Un cast affiatato sin dalla prima stagione: "Ognuno di noi è a suo modo un emarginato confessa la Brown, inglese ma nata a Marbella nel 2004 - Credo sia stato questo a fare di noi questa bellissima squadra". "Sono sempre stata coraggiosa a modo mio. Come attrice, sono istintiva. Se nella scorsa stagione, volevo dare spazio all'umanità di Undici, ora mi sono detta che era la mia ultima possibilità di interpretare una supereroina, quindi mi sono dedicata a questa missione". Per Harbour, che da giovane si dedicava al poker, ricevere un nuovo copione della serie è un'esperienza snervante: "Amo il personaggio di Hopper e ho sempre paura di scoprire dove lo manderanno. Man mano che mi immergo, mi tranquillizzo".
Il legame tra Hopper e Undici è il centro emotivo di Stranger Things, in questa ultima stagione lei inizierà ad allenarsi sotto la sua guida. "Sono entrambi persi, eroici, con due cuori grandi conclude Harbour - e fanno un sacco di errori".