Strani segnali verso le sentenze di Champions

S iamo alla fine dell’inganno. Chi crede e chi non, è bene che si arrenda all’evidenza. Della lotta per lo scudetto è inutile scrivere e argomentare: è come abbaiare alla luna. Meglio dedicarsi ad altre serate delle nostre prossime settimane. La Juve, archiviata la pratica tricolore, può sintonizzarsi sulla rincorsa nei confronti dell’Arsenal. Serve una grande impresa. Chi non conosce Fabio Capello e la sua truppa riponga da qualche parte ogni pronostico scontato e banale. La Juve, nonostante la prova di ieri col Treviso, ultimo e derelitto della serie A, ha sette vite. Da sempre. Anche il Milan può allontanare qualche dubbio e qualche sospetto al ritorno da Lecce e dalla prima sconfitta coi salentini che macchia il suo splendido girone di ritorno (dodici risultati utili consecutivi). È vero, nell’un caso e nell’altro, a guadagnare fischi e disapprovazioni sono alcuni esponenti della panchina, le famose seconde linee che parlano e smoccolano alla prima esclusione. Ma poi quando viene il tempo delle mele e dei treni da prendere al volo, si lasciano pizzicare in clamoroso ritardo.
A braccetto, Juve e Milan regalano un preoccupante zero guadagnato dai rispettivi attacchi, mentre l’Inter sembra spedita (ma l’Inter è capace di ogni sorpresa). La Signora vive il corto circuito fra Capello e Irahimovic, che litigano a bordocampo a dimostrazione della stanchezza mentale d’una squadra in difficoltà. Per Ancelotti i conti sono ancora diversi. E non solo perché anche in Puglia il suo gioiello, Alberto Gilardino, finisce contro un portiere ispiratissimo. Se si pensa all’utilizzo e alla resa di Amoroso, se si pensa all’utilizzo e alla resa di Rui Costa e poi di tutti gli altri, allora c’è da lanciare qualche allarme per la serata in cui bisognerà chiudere il conto contro il Lione. Che non è l’Arsenal ma che pone qualche problema sul piano della condizione fisica.


Non parliamo più di scudetto, di inseguimenti e di rimonte. Lasciamole alla politica e al 9 aprile. Concentriamoci sul derby di Milano che può assegnare il poco consolante secondo posto. Per tutto il resto, si prega vivamente di ripassare. L’anno venturo, naturalmente.

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