Claudia Passa
Se il servizio si sorveglianza nelle metropolitane e le «ronde» antipiromani della polizia municipale non sono mai diminuiti come sostiene l’assessore Liliana Ferraro, vuol dire che fra la responsabile della Sicurezza della giunta Veltroni e il comando del Corpo dei «pizzardoni» c’è quantomeno un difetto di comunicazione.
Già, perché mentre la Ferraro si affrettava a smentire quanto denunciato nei giorni scorsi dal Giornale e rilanciato ieri da un altro quotidiano - ovvero la riduzione dei controlli a metro e piromani a causa dell’esaurimento dei fondi per gli straordinari - il comandante Aldo Zanetti diramava un fax urgente (protocollo 74880) a tutti i dirigenti dei gruppi municipali, alle Unità Operative interessate e anche alla stessa Liliana Ferraro. «Si fa seguito alla nota dell’11.11.2005 - si legge nel fax con oggetto “prestazioni di lavoro straordinario” - per disporre che, in considerazione dell’avvenuto stanziamento di fondi straordinari a favore del Corpo della Polizia municipale e dell’assicurazione circa l’assegnazione dello stesso da parte del competente dipartimento, siano immediatamente ripristinate secondo le modalità adottate precedentemente alla nota dell’11.11.2005, le prestazioni di lavoro straordinario connesse con: sorveglianza stazioni metropolitana, e atti vandalici effettuati dai piromani. L’assicurazione si ritiene implicita».
Cosa c’era scritto nella nota dell’11 novembre? Evidentemente quanto denunciato dai giornali. Zanetti, infatti, parla esplicitamente - e urgentemente - di «ripristino». Ma se le cose stanno come dice l’assessore Ferraro («la circolare del comandante si riferiva a una situazione di carenza assoluta di fondi agli inizi di novembre, carenza immediatamente sanata da stanziamenti di fondi straordinari da parte del Comune»), la domanda nasce spontanea: perché parlare di ripristino? Di norma, si «ripristina» qualcosa che prima c’era e poi non c’era più. Se la «carenza» è stata «immediatamente sanata», perché affrettarsi a dare il contrordine quando ormai il bubbone è scoppiato?
C’entra niente l’indiscrezione filtrata dalla prefettura sull’inserimento del tema «straordinari» nell’ordine del giorno del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in programma per oggi? La coincidenza non è di poco conto. Anche perché, nel corso della riunione, Achille Serra potrebbe ad esempio chieder conto all’amministrazione comunale dei fondi spesi per la Notte bianca (15mila ore di straordinari), per i concerti (1450 ore solo per Simon&Garfunkel), per il 1° maggio (4mila ore) per le «domeniche a piedi» col diluvio nei cieli di Roma, le strade deserte e i vigili urbani (in straordinario) stretti nel loro impermeabile a far la guardia ai varchi della Ztl seppelliti dalla pioggia torrenziale. Il prefetto, alla luce delle reiterate rassicurazioni del Campidoglio sugli standard di sicurezza di una città sotto minaccia terroristica, potrebbe chiedere alla Giunta comunale quali sono le priorità.
È anche per queste ragioni che la Cdl è insorta. Per Beatrice Lorenzin, coordinatrice regionale di Forza Italia «è sorprendente che Serra sia stato lasciato all’oscuro di una decisione così grave che mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini della capitale».
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