di Laura Comi*
Audizione ieri a Strasburgo del Commissario europeo all'Industria e Turismo, nonché vicepresidente della Commissione europea, on. Antonio Tajani. L'audizione è risultata particolarmente importante perché ha rappresentato l'opportunità, in un momento di crisi come quello attuale, di definire nuove politiche industriali, alla luce della strategia Eu2020 che intende ridurre ogni "tentazione" protezionistica.
È stata rimarcata la necessità che l'industria torni a essere al centro della politica di rilancio europea, attraverso interventi condivisi e coordinati tra i diversi commissari, interventi che esaltino e valorizzino il ruolo delle Pmi che rappresentano, di fatto, il motore dell'economia europea.
Su quali scenari si collocherà il new deal industriale ?
Innanzitutto su un quadro normativo e di incentivi che favoriscano l'innovazione, semplificando l'accesso agli strumenti finanziari, sviluppando la Key Enabling Economy.
L'innovazione richiede, del resto, riordino e miglioramento, inteso come aumento di efficienza, della pubblica amministrazione. Sono note la lotta e la sensibilità dell'Europa ai ritardi di pagamento dei crediti che le Pmi vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Occorre promuovere una nuova politica commerciale con i partner stranieri (vedi Cina) affinché le imprese europee possano esportare il loro know how e non subire passivamente il processo inverso.
Per far ripartire l'economia, inoltre, è necessario che il turismo riparta, che diventi una leva ineludibile. Lo Spazio è fondamentale per potenziare il sistema economico industriale. Le nuove sfide sono rappresentate dal progetto Galileo e Gms, progetti in cui l'Europa crede molto.
Il commissario Tajani ha riservato particolare attenzione alla situazione delle Pmi; se è vero che esse rappresentano il 99% delle aziende dell'Unione europea, e sono ritenute la chiave per la crescita economica, l'innovazione, l'occupazione e l'integrazione sociale del Mercato unico, in un contesto globale, segnato da una profonda crisi e da pressioni competitive sempre maggiori, le piccole dimensioni possono risultare problematiche soprattutto nei settori caratterizzati da forti economie di scala.
Occorre, quindi, lavorare a stretto contatto con la Banca europea di Investimento (Bei) in modo tale che i 30 miliardi stanziati a favore delle Pmi vadano veramente a sostenere tali imprese utilizzando fondi strutturali e di garanzia. Gli incentivi all'innovazione sono inseriti nel Settimo programma quadro 7Pq.
In particolare per rilanciare il tessile, strategico a livello europeo, sia per la forte componente di Pmi al suo interno sia perché questo settore ha sofferto per l'impatto della globalizzazione e l'apertura dei mercati, verranno incentivate le aziende che faranno investimenti "verdi", rispettosi dell'ambiente.
Positivo in termini di garanzia e lungimiranza politica, l´ on.
*Europarlamentare
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