La strategia azzurra

Fini si presenta a Milano per far colpo sul centrodestra lombardo e il Pdl parte al contrattacco. Sulla prima regola (minimizzare Fli) si esercita il ministro Ignazio La Russa: «Mai una scissione della destra a Milano ha avuto così poco seguito come quella di Fli: nè ai tempi di Nencioni, Rauti, Storace e Santanchè». Per quel che riguarda la classe dirigente milanese «siamo davvero ai minimi storici, tanto che sono dovuti andare a pescare tra qualche scontento di Forza Italia e su una consigliera comunale, Barbara Ciabò, che ha stabilito il guinness dei primati per il numero di gruppi cambiati in una legislatura». Ieri alle 14.30 a Palazzo Isimbardi Podestà ha riunito lo stato maggiore del Pdl per compattare il partito che Fini poche ore più tardi sul palco del Derby ha provato a smontare. E dopo i litigi del mattino a Palazzo Marino. Intorno al tavolo i ministri Mariastella Gelmini, Ignazio La Russa, Paolo Romani, Michela Vittoria Brambilla, il governatore Roberto Formigoni, i senatori Giancarlo Serafini e Romano Comincioli, i «colonnelli» del partito sul territorio Massimo Corsaro a Maurizio Lupi, Luigi Casero, Giancarlo Abelli, Mantovani. Il sindaco è intervenuto solo i primi dieci minuti.
Il partito ostenta sicurezza e decide di lanciare la campagna elettorale per le comunali il Pdl organizzerà una grande manifestazione già entro fine novembre, forse parteciperà anche Silvio Berlusconi. Qualche riserva sul bis di Letizia Moratti? Podestà assicura che non ci saranno sorprese, «non è che tutti i giorni io annunzi che il sole sorge a est. È normale che sia così». Lo stato maggiore lombardo è compatto. Per la benedizione da Roma però si aspetterebbero l’esito delle primarie, gli ultimi sondaggi e i prossimi passi con i futuristi. Il patto con Fli per le comunali, appunto. Formigoni si sfila, «le alleanze competono a livello nazionale, e lasciamo volentieri a loro questo problema: se c’è una collaborazione reale per sostenere il governo e per confermare lealmente il voto di fiducia dato si potrà andare avanti, altrimenti la separazione sarà nettissima».
Fa eco la Gelmini: «Valuteremo serenamente strada facendo il rapporto con Fli, se saranno coerenti con il programma elettorale, verificheremo poi, a cascata, l’eventuale alleanza anche nelle realtà locali. Altrimenti no. Il Pdl è un partito forte e consolidato sul territorio e lo dimostreremo. A breve lanceremo le assemblee regionali e provinciali. La fuoriuscita di altri pidiellini? Sono casi isolati che non ci preoccupano minimamente, siamo il primo partito governiamo le istituzioni e grandi enti».

Sia Formigoni che Romani invitano a evitare la rottura. E a far rientrare la richiesta di dimissioni al presidente del consiglio comunale e neo-finiano Manfredi Palmeri. Si allinea La Russa: «É un problema de minimis». Inutile dargli peso.

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