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Studenti rapiti a Baquba, scontri a Sadr City

Iraq: nove universitari bloccati su un pulmino a un falso posto di blocco. Liberati con un blitz dell'esercito. Combattimenti con i miliziani sadristi: 9 morti e 22 feriti. Il governo avverte: non abbiamo nulla da negoziare, la milizia deve essere sciolta

Studenti rapiti a Baquba, scontri a Sadr City

Bagdad - Nove studenti universitari sono stati rapiti oggi quando il pullmino su cui viaggiavano è stato fermato a un falso posto di blocco vicino a Baquba, nel cosiddetto triangolo sunnita. Gli studenti stavano tornando alla univesità di Diyala, dopo essere andati a casa per il weekend. Con loro sono stati rapiti l'autista del pullmino e il guidatore di un altro veicolo. Due settimane fa si verificò un episodio analogo vicino a Mosul, nell'Iraq settentrionale. In quell'occasione la polizia riuscì a liberare gli ostaggi dopo poche ore.

Liberati con un blitz dell'esercito L'esercito iracheno ha liberato gli studenti universitari. Lo ha riferito l'agenzia Nina citando un comunicato del ministero della difesa, secondo cui "nel corso di una vasta operazione nella provincia di Diyala, l'esercito iracheno ha liberato studenti e studentesse che a bordo di due minibus erano stati rapiti da alcuni elementi terroristici sulla strada tra Baquba e Kanaan". Due settimane fa si verificò un episodio analogo vicino a Mossul, nell'Iraq del Nord. Anche in quell'occasione la polizia riuscì a liberare gli ostaggi dopo poche ore.

Si combatte a Sadr City Almeno otto persone sono morte e 22 altre sono rimaste ferite la notte scorsa in scontri tra forze irachene e americane da un lato, e miliziani sadristi dall'altro, nel grande sobborgo sciita Sadr City di Baghdad. Lo riferisce l'emittente Tv al Hurra citando fonti della sicurezza, mentre l'agenzia Nina, citando fonti di polizia, afferma che quattro persone sono morte questa mattina nella parte Nord-Est di Baghdad in una sparatoria tra forze Usa e miliziani. La stessa agenzia riferisce inoltre che un razzo katiuscha si é abbattuto in mattinata su un'abitazione nel quartiere a maggioranza sunnita di Dora, causando il ferimento di sette persone, mentre alcuni colpi di mortaio caduti sul quartiere al Husseiniya hanno causato gravi danni materiali ma al momento non risulta alcuna vittima.

Il governo: niente negoziati Il governo iracheno ha affermato di non aver "nulla da negoziare" con il leader radicale sciita Moqtada Sadr, che ieri ha minacciato "guerra aperta" se non cesseranno le operazioni militari contro la sua milizia, l'Esercito del Mahdi. "Il governo prende di mira i fuorilegge e non una particolare fazione", ha detto il portavoce governativo Ali Debbagh citato dall'agenzia Aswat al Iraq. Il 25 marzo scorso il governo ha lanciato un'operazione militare denominata "Carica dei Cavalieri" contro le "bande di criminali" nella città meridionale di Bassora, ma il movimento sadrista ha affermato che in realtà essa è diretta contro l'Esercito del Mahdi. Dopo una settimana di scontri, che hanno causato la morte di diverse centinaia di persone, Moqtada Sadr ha ordinato ai suoi miliziani di lasciare le strade e la tensione si è in parte allentata. "Non abbiamo negoziati diretti o contatti con il movimento sadrista perché non abbiamo nulla da negoziare e non abbiamo neanche alcun problema con le fazioni politiche", ha detto Debbagh, che ha però ribadito l'esortazione a sciogliere l'Esercito del Mahdi, "perché lo Stato non può accettare l'esistenza di due eserciti".

All'inizio del mese il premier Nuri al Maliki ha intimato a Sadr di sciogliere la sua milizia, minacciando di estrometterlo dalla vita politica e in particolare dalle elezioni provinciali previste per ottobre. In un comunicato diffuso nella serata di ieri, Sadr ha lanciato "'l'ultimo avvertimento" al governo: "Se non sceglierà il cammino della pace e non fermerà le violenze contro il proprio popolo ... noi dichiareremo una guerra aperta fino alla liberazione ...

Vogliamo dall'occupante (gli Usa, ndr) un calendario per il ritiro nei termini più brevi".

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