«Ma su, in fondo era solo uno spinello, che male può fare?» Così i tre studenti di 14, 15 e 16 anni, sorpresi a vendere hashish dentro il Cardano, hanno risposto ai carabinieri. Sospira lassessore provinciale allistruzione Giansandro Barzaghi, pensando che i dati dicono come uno studente su tre fumi cannabis, mentre Maria Dominici, direttrice scolastica regionale, pensa di mandare gli ispettori a scuola, ritenendo comunque il fenomeno episodico.
Ma la scuola, almeno nel nostro caso, ha responsabilità fino a un certo punto. Infatti è stato proprio Cataldo Russo, preside dellistituto di via Natta 11 che raggruppa i licei scientifico e linguistico e gli istituti per geometri, ragionieri e periti, a chiamare i carabinieri. Il dirigente era stato allarmato dai genitori di alcuni allievi che avevano scoperto lhashish in tasca ai figli. È intervenuta la stazione di Quarto Oggiaro e la compagnia di Porta Magenta, diretta dal capitano Vittorio Stingo. Gli investigatori si sono travestiti da giardinieri, idraulici e imbianchini, da studenti sarebbero stati poco credibili, per osservare i ragazzi durante lintervallo. Quando appunto gli studenti andavano ad approvvigionarsi per poi farsi velocemente una canna prima di rientrare in aula.
Alla fine sono stati individuati tre ragazzi, uno di prima e due di seconda, che ricevevano i «clienti» sul muretto del giardino interno, smerciando fino a 40 grammi di hashish al giorno. I pusher «fai da te» sono stati bloccati laltro giorno: nello zainetto di uno di loro sono stati trovati 70 grammi di «fumo», da vendere a 10 euro al grammo, e 150 euro. I ragazzi, spavaldi mentre spacciavano, si sono immediatamente ridimensionati in caserma: «Cosa volete sia una canna?» hanno cercato di minimizzare. Anche se si sono rifiutati di dire dove si rifornivano, forse più per paura che per omertà malavitosa. Finito linterrogatorio i giovani, rigorosamente incensurati, sono stati rilasciati con una denuncia a piede libero e riconsegnati ai padri: uno dipendente statale e due liberi professionisti.
«Dobbiamo ancora valutare e vedere cosa è successo e se ci sarà bisogno manderemo i nostri ispettori» è il primo commento della dirigente scolastica Anna Maria Dominici. «Non credo tuttavia che quello della droga nelle scuole sia un fenomeno molto diffuso. Bisogna comunque contrastarlo allo stesso tempo con unattività di prevenzione e di repressione».
Meno convinto della sporadicità del fenomeno Barzaghi: «Nelle scuole milanesi e dello spaccio è molto diffuso e generalizzato. I dati a disposizione testimoniano che uno studente su tre fa uso di stupefacenti. E non bastano i carabinieri, ma si deve intervenire con una prevenzione forte portata avanti da specialisti e docenti».
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