Milano cambia pelle di frequente, si adatta, si modella alla diverse realtà sociali. Una volta cerano le «batterie» di rapinatori che controllavano ciascuno la propria zona, una su tutte la Comasina dove «regnava» Renato Vallanzasca. Ora le strade sono battute da piccoli predatori che, quasi tutti stranieri privi di una base, si muovono in tutta la metropoli. Alcuni punti comunque rimangono oggettivamente difficili, per la presenza di locali che attirano balordi sempre pronti alla rissa, di negozi con clienti in balia di borseggiatori e scippatori, di prostitute con il loro variopinto seguito.
Una città di quasi un milione e mezzo di abitanti rimane sempre una «giungla» pericolosa da attraversare anche se non ci sono più i quartieri malfamati. Certo Quarto Oggiaro, Lorenteggio, Stadera sono sempre aree difficili ma non certo come un tempo quando un arresto poteva scatenare la rivolta popolare. Come è difficile individuare ununica centrale di spaccio, comerano un tempo viale Monza o le Basiliche, perché lo smercio si è polverizzato e diffuso ovunque ci sia un giardinetto o una discoteca.
Rimangono comunque delle criticità ma paradossalmente più nelle zone centrali che nelle periferie. Così labusivismo commerciale, presente in un po tutti i mercati rionali, è particolarmente diffuso nellasse Buenos Aires-Porta Venezia-San Babila-Duomo-Cairoli. Ma una gran massa di passanti che fanno struscio e si fermano a guardare le vetrine si traduce automaticamente in un forte richiamo per borseggiatori e scippatori che proprio nella «massa» vanno a cercare le loro prede. Mentre viceversa per le rapine in farmacia, i «bancomat» della microcriminalità, banche o supermercati, i banditi privilegiano aree più periferiche perché assicurano più rapide e sicure vie di fuga.
Tra i pochi punti di riferimento, rimangono i campi nomadi, dove comunque è sempre prudente non avvicinarsi. I punti di aggregazione sono più o meno quelli di sempre, eccetto la storica baraccopoli di via Triboniano, sgomberata mesi fa. Rimangono invece altri grossi e problematici insediamenti, in particolare quelli di via Monte Bisbino e Negrotto nel Gallaratese e a Quarto Oggiaro, via Novara e Muggiano a Baggio, Chiesa Rossa a Gratosoglio, Bonfadini al Corvetto, e Idro a Loreto.
Poi calano le tenebre e la città assume tutto un altro volto. Spuntano le prostitute, quasi tutte straniere ormai, solite piazzarsi lungo la circonvallazione esterna a partire da viale Toscana e poi su verso piazza Trento, viale Umbria e poi viale Abruzzi, saltando viale Piceno, perché interessato da lavori stradali. E ancora viale Ortles, via Novara, viale Fulvio Testi, viale Sarca.
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