
Il vicepremier con delega alle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini incalza il sindaco Giuseppe Sala: "Il problema per tutti i milanesi è la città ferma. Quindi lo invito di nuovo a riflettere se trascinare Milano o se farsi da parte e lasciare che siano i cittadini a parlare". Molto più che un consiglio: "Non si può tenere bloccata per un anno e mezzo la città più dinamica d'Italia" ha attaccato a testa bassa ieri mattina dopo il sopralluogo in uno stabile dell'Aler di Via Bolla dove sono in corso dei lavori di riqualificazione per ospitare, dal 2026, 155 famiglie "senza nemmeno un abusivo". Ad accompagnarlo il neo presidente di Aler Milano Alan Rizzi, pronto a lavorare anche su un'altra zona parecchio complicata, quella di via Gola che sarà oggetto, tra le altre cose, di un incontro già messo in calendario per la prossima settimana in Prefettura. Salvini, intanto, torna ad evocare anche il voto anticipato - "la Lega ha le idee chiare anche in caso di elezioni già nella prossima primavera" - e si dice pronto a discutere del candidato con gli alleati, come vorrebbe anche Forza Italia. Il coordinatore azzurro lombardo Alessandro Sorte, infatti, chiede a Fratelli d'Italia, partito di maggioranza, di convocare un tavolo di coalizione per cominciare a stringere e al presidente del Senato Ignazio La Russa, il "kingmaker" in città per il partito di Giorgia Meloni, di scoprire le carte: "Io sono qua il 20 di agosto, sono disponibile anche domani mattina. Due o tre profili ce li ho ben chiari in testa" accetta la sfida Salvini che però frena sulla proposta azzurra di allargare il perimetro anche ad Azione: "Che è a sinistra no? Se uno è a sinistra sta bene a sinistra, penso...".
Dopo l'estate per il sindaco ci sarà da sciogliere il grande nodo di San Siro, con la vendita dello stadio a Milan e Inter che arriverà in Aula a Palazzo Marino e la sinistra piuttosto divisa sull'argomento. "Stanno discutendo senza arrivare a niente, siamo come nel gioco dell'oca. Abbiamo perso cinque anni e un miliardo di euro di investimenti privati - sottolinea Salvini - e siamo passati da Rozzano a San Donato per tornare alla fine a San Siro. Loro non sono d'accordo su nulla". E, sempre a proposito di stadio, secondo il capo del Carroccio di provatissima fede rossonera, è "tristissimo" vedere San Siro senza ultras, dopo che la Curva Sud, cuore del tifo organizzato milanista, era assente durante Milan-Bari di domenica scorsa a causa delle restrizioni e delle blacklist. Un provvedimento adottato dalla società in seguito alle indagini sul tifo organizzato nelle due sponde milanesi. "Se qualcuno ha preso le curve per un luogo di spaccio o di ritrovo di criminalità, è giusto che venga espulso per sempre - osserva Salvini - Ma togliere i colori, i suoni, le bandiere, gli striscioni, i tamburi e i megafoni, non penso sia la soluzione più giusta". In curva "ci sono andato per anni: ci sono persone che vogliono cantare e invece di stare seduti preferiscono vedersela per novanta minuti in piedi, magari sventolando una bandiera" aggiunge Salvini, lanciando un appello a Milan e Inter perché "un derby triste, spento e buio, non è un derby". E così il vicepremier insiste sulla necessità di "trovare un punto d'incontro" e propone che si apra un tavolo con le società, la Questura e la Prefettura. Per questo si mette a disposizione, visto che "ho fatto il ministro dell'Interno e ho convocato più tavoli sulla sicurezza negli stadi; e questo perché mi stanno a cuore l'incolumità dei tifosi e delle forze dell'ordine. Conosco l'ambiente per lavoro e passione e sono in contatto con alcuni dei tifosi che sono stati espulsi e che non hanno commesso alcun reato".
E a pochi mesi dalle Olimpiadi invernali di Milano Cortina, infine, Salvini auspica che siano "i Giochi della pace" con "gli atleti di tutto il mondo e con tutte le bandiere. Quindi israeliani, palestinesi, russi e ucraini. Lo sport dovrebbe unire".