Prove tecniche di mondiale, tanto dal punto di vista sportivo quanto da quello organizzativo. "We can't wait", non vediamo l'ora; il cartellone pubblicitario di una compagnia telefonica all'aeroporto di Johannesburg riassume perfettamente l'orgoglio di tutto il Sudafrica. Dicevano che non erano pronti, parlando di ritardi nei cantieri, problemi di natura logistica, gestionale e di sicurezza; loro fremono per dimostrare il contrario. Fin da subito, con la Confederations Cup. Vincere sul campo sarà un affare privato tra Spagna, Brasile e Italia. Il Sudafrica punta al cuore degli scettici.
Uno dei primi quesiti al quale dovrà rispondere il campo è se qualcuno riuscirà a fermare la bulimia spagnola, il cui movimento calcistico sta vivendo un momento incredibilmente fecondo. Campioni d'Europa in carica sia a livello di nazionale che di club, grandi favoriti per la vittoria nell'Europeo under 21, gli spagnoli sono attesi in Sudafrica da un debutto soft in un girone che li vede inclusi con Nuova Zelanda, Irak e Sudafrica. Come dire avere già un piede e mezzo in semifinale. Il nuovo ct Vicente Del Bosque punta forte sul gruppo campione d'Europa: Casillas, Sergio Ramos, Puyol, Xabi Alonso, Xavi, Iniesta, Fernando Torres. Tra le novità la più stuzzicante è rappresentata da Gerald Piquè, reduce da una grande stagione al centro della difesa del Barcellona e legittimo aspirante ad una maglia da titolare. Solito dubbio sul modulo: 4-4-2 con Villa e Torres davanti, o 4-5-1 con Fabregas alle spalle del Niño?
Notizie ondivaghe in casa Sudafrica, alle prese con una crisi di lungo corso iniziata nel 2006 con la mancata qualificazione al mondiale di Germania. Il brasiliano Joel Santana naviga un po' a vista per ridare smalto ad una selezione con poca qualità. Tre i nomi da tenere d'occhio: la coppia in mediana Steven Pienaar-Teko Modiste, a cui spetterà la costruzione del gioco, e l'attaccante veloce Bernard Parker, rivelazione stagionale. Nell'Irak il ct serbo Milutinovic ha già vinto la propria battaglia, imponendo alla Federcalcio locale le convocazioni dei "mercenari" che giocano all'estero (tra questi l'ottimo portiere Noor Sabri e il capitano-bomber Younis Mahamoud). Da seguire il regista Nashat Akram, prossimamente in Europa nella Eredivisie olandese. Infine la Nuova Zelanda tutta forza fisica, molto old british style anni 80, palla lunga e pedalare. All'ariete Chris Killen e al giovanissimo (17 anni) Chris Wood il compito di inserire gli All Whites tra le sorprese del torneo.
Nel girone B è Italia-Brasile. Per Lippi difesa "juventina", centrocampo tecnico (Pirlo, De Rossi, Camoranesi) e robusto (Gattuso), attacco che mischia muscoli (Iaquinta), centimetri (Toni e Giardino) e rapidità (Rossi e Quagliarella). Rimane il solito italico problema dell'elevata età media, e di una manovra che stenta sempre a decollare. Ma il pragmatismo non è prerogativa solo italiana; per informazioni chiedere al Brasile di Dunga, capolista del girone di qualificazione sudamericano con sole 6 reti incassate in 14 incontri. Il suo 4-2-3-1 prevede una mediana robusta (Melo, Gilberto Silva, Josuè e il ripescato Kleberson in ballottaggio), una difesa possente (Lucio-Luisao) a guardia dell'eccellente Julio Cesar, due terzini di spinta quali Maicon e Dani Alves. In avanti spazio invece a "O Fabuloso" Luis Fabiano, miglior marcatore in maglia verdeoro nell'ultimo biennio, assistito dal trittico Elano (sostituto di Ronaldinho)-Robinho-Kakà. E in panchina scalpita Pato.
Missione semifinale quindi difficile per Egitto e Stati Uniti, che completano il girone. I Faraoni possono contare su un centrocampo di grande qualità (Ahmed Hassan, Rabou Hosni e lo "Zidane di Giza" Mohamed Aboutrika), il miglior portiere del continente (Essam El Hadary) e un cannoniere affidabile (Amr Zaki).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.