Sugli alpini «nordisti» maggioranza ko Ma la Lega non ci sta

RomaNon possono esistere discriminazioni nel corpo degli alpini. La tesi dell’opposizione ieri ha vinto alla Camera e la proposta di legge della Lega sugli incentivi per le penne nere residenti nelle regioni dell’arco alpino è stata respinta dall’aula di Montecitorio. Pd esultante, Carroccio furibondo. Nella maggioranza hanno fatto la differenza le molte assenze. Il testo che vedeva come primo firmatario il leghista Davide Caparini è stato respinto con una differenza di nove voti a favore delle minoranze. È stata quindi accolta la richiesta del deputato del Pd Ettore Rosato: il provvedimento tornerà all’esame della commissione Difesa, sede in cui si procederà alle modifiche.
Gli alpini «sono stati abbandonati», la scelta di Pd, Fli e Idv è stata «ipocrita e strumentale», si è sfogato Caparini, che respinge le accuse di provvedimento nordista: «Rispediamo al mittente ogni accusa di settentrionalismo. Valorizzare la specificità dell’identità settentrionale degli alpini non significa sottovalutare il contributo che tanti meridionali hanno dato e danno al nostro esercito e alle nostre missioni internazionali». Si sono schierati contro la proposta di legge anche i finiani, con proclami bellicosi: «Oggi c’è stato il primo caso di Vietnam parlamentare - ha commentato il vicecapogruppo di Fli Carmelo Briguglio - ma è la maggioranza che se lo fa da sola con le assenze dei suoi deputati. E siamo solo all’inizio...». Il dato politico è che la maggioranza non può permettersi assenze non giustificate pur avendo ancora un margine piuttosto solido di voti alla Camera anche dopo l’uscita dei finiani dal governo.
La proposta della Lega non era in effetti rivolta solo al settentrione. Il provvedimento propone incentivi (benefici fiscali e assistenziali) per i residenti nelle regioni «tipiche» del Corpo, e dunque non solo quelle del Nord, ma anche le regioni dell’Appennino tosco-emiliano e l’Abruzzo, forte di una lunga tradizione delle penne nere, oltre alla Provincia di Isernia. All’articolo 3 si prevede poi un fondo di 200mila euro da destinare all’Ana, l’Associazione nazionale alpini. «Il provvedimento non è stato bocciato - precisa il ministro della Difesa Ignazio la Russa - è stato rinviato in commissione. Può darsi che si possa migliorare, ma certo non era finalizzato a privilegiare qualcuno: lo scopo è diverso e condivisibile». Il ministro dice che di modi per valorizzare il Corpo «ne avrei immaginati anche di migliori, ma pure questo non lo considero negativo». E comunque, aggiunge, «credo che ci sia un emendamento correttivo che parla di tutte le zone al di sopra dei 1.800 metri. Penso che non ci sia niente di male e trovare un modo per non far depauperare una ricchezza dell’Italia quale è stata quella degli alpini». L’intenzione, come spiega Gregorio Fontana del Pdl, era «incentivare il reclutamento degli Alpini nelle loro tradizionali zone di provenienza». Il Popolo della libertà «insieme alla Lega, conferma il proprio impegno per l’approvazione rapida della legge». Con il su stop la sinistra mostra tutti «i suoi pregiudizi». Vero è che la proposta leghista è nata anche da un dato statistico: oggi gli Alpini sono composti per quasi il 70% da soldati provenienti dal meridione.

Il disegno di legge è stato pensato anche per riequilibrare la composizione geografica delle truppe. In aula si sono visti molti banchi vuoti nello spicchio di emiciclo del Pdl e sono mancati anche parecchi ministri deputati.

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