«Sui voli di Stato nessun abuso» Sbugiardati l’Unità e Travaglio

Il Tribunale dei ministri ha archiviato l’inchiesta sui voli di Stato che vedeva Silvio Berlusconi, indagato dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e peculato. Nulla di più e nulla di meno, in verità, di quanto fosse già stato richiesto, data l’inconsistenza delle accuse, dai pubblici ministeri Simona Maisto, Giuseppe Saieva e Ilaria Calò, dal procuratore aggiunto Achille Toro e dal procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara. «La notizia di reato d’abuso d’ufficio deve essere necessariamente esclusa - si legge, infatti, nelle motivazioni dell’archiviazione - per la mancanza del presupposto della violazione di norme di legge e di regolamento». E un analoga insussistenza di accuse, per quanto riguarda l’ipotesi di peculato viene rilevata dal Tribunale dei Ministri, secondo cui «vanno condivise le argomentazioni esposte nella richiesta di archiviazione avanzata dal pm, non essendo emersi casi di trasporto di soggetti estranei alle delegazioni in assenza del presidente del Consiglio dei ministri».
Peccato. Un’altra foto sfuocata, l’ennesima, di Antonello Zappadu, l’uomo del Grande Zoom, sempre armato di teleobbiettivi e grandangoli, che ha fatto del pedinamento del premier la sua unica ragione di vita. Ricordate? L’inchiesta «voli di Stato» era infatti partita proprio dall’interessante reportage fotografico di Zappadu che, dopo ore ed ore di estenuante appostamento, aveva ripreso all’aeroporto di Olbia il cantante napoletano Mariano Apicella, grande amico nonché sparring partner del premier nei suoi concerti, e una ballerina di flamenco, entrambi invitati il 24 maggio 2008 ad una festa privata organizzata dal Cavaliere a Villa Certosa in Sardegna, mentre scendevano dall’aereo di Stato dell’Aeronautica militare. E nel mirino del solito fotografo (indagato per questa sua scattofrenia, per violazione della privacy e truffa) erano finiti anche altri atterraggi di Stato il 25 e 31 Maggio e il primo giugno sempre dell’anno scorso.
Così, subito dopo, il 3 giugno la Procura di Roma aveva aperto l’inchiesta. Sembra superfluo ricordare, ma lo facciamo comunque, che, puntualmente, la foto, nella quale si vede Apicella sull’aereo con l’insegna della Repubblica italiana, venne subito pubblicata dall’Unità di Concita e Travaglio.
Che, a proposito di decolli e partenze, fece così da rampa di lancio ad una interrogazione parlamentare del Partito democratico («si interroga il Governo per sapere se corrisponde al vero che i voli di Stato della Presidenza del Consiglio sarebbero stati utilizzati per trasportare persone prive di incarichi pubblici invitate a partecipare ad eventi privati; quali siano i criteri e le regole che la Presidenza del Consiglio ha adottato per determinare modalità e limiti nell’uso dei suddetti voli di Stato»). Mentre, per non essere da meno fece suonare la sua solita grancassa anche Antonio Di Pietro («Berlusconi spende i soldi per la casta, invece che per i cittadini che ne hanno bisogno»). Un’esternazione con annessa interrogazione dell’Idv in Parlamento che, rappresentando uno scampolo di raffinatezza, vale la pena di citare testualmente: «Contro i privilegi della casta e sull’utilizzo dei voli di Stato per portare veline e cantastorie nelle ville private, a rallegrare le serate di questo o quel satrapo di turno».
Le solite picconate a vuoto. Il solito fango. Poco importa se in bianco e nero o a colori. Perché, siccome tutto torna, anche quest’altra bufala mediatica è diventato un boomerang che è tornato a colpire sulla capoccia proprio chi l’aveva ideata e sviluppata in camera oscura.


Non solo la Procura si è rifatta a diverse sentenze della Cassazione in tema, così come anche diversi pronunciamenti della Corte dei Conti nei confronti di politici e dirigenti che avevano trasportato amici o parenti sulle auto blu a loro assegnate (tra i precedenti illustri ci sono anche quelli degli ex ministri Clemente Mastella e Francesco Rutelli, che due anni fa, avevano utilizzato l’aereo di Stato per recarsi al Gran premio di Monza, offrendo un passaggio ad alcuni ospiti) ma si è anche pronunciata una volta di più sul fatto che un viaggio, già programmato e con a bordo una personalità titolata ad usufruire del velivolo, non procurerebbe un danno per lo Stato, né un ingiusto profitto per chi ne ha usufruito. Morale: uno scatto in più spesso fa una partenza falsa.

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