Politica

«Sul cavalcavia l’impronta dei lanciatori»

Agli atti numerose intercettazioni telefoniche. Gli inquirenti: «Siamo ottimisti»

Emanuela Ronzitti

da Cassino

La polizia scientifica, ora, ha trovato le impronte sul cavalcavia. Ci sono anche le intercettazioni telefoniche. Manca il nome dei colpevoli. Una serata passata a bere birra alla festa padronale di Piumarola, l’euforia che sale con i gradi in corpo, la voglia di scacciare via la monotonia che attanaglia le giornate trascorse in un piccolo paese di provincia del basso Frusinate. E poi, a un tratto, il desiderio di un brivido ad alta tensione e l’apologia di un nuovo eccitante gioco: «lo slalom tra le macchine».
Si affievolisce così l’ipotesi che il lancio dal cavalcavia sia la firma di un atto «premeditato», e si accredita con il passare delle ore quella invece, di un gesto «spontaneo» ideato sul momento. A tradirli potrebbe essere stata proprio la noia e quell’idea «mortale» nata per caso tra le panchine della piazza del paese e messa a segno da un gruppetto di quattro o cinque ragazzi disoccupati, etichettati dalla gente del luogo come dei «perdigiorno». Terminata la festa, sarebbe saltata fuori l’idea folle. Di gran fretta storditi dall’alcol, tutti in sella ai motorini e in auto in direzione del cavalcavia 439 che attraversa l’autostrada del Sole al chilometro 666. Pochi minuti alla ricerca del «pallino» per giocare, un sasso di travertino rosso di oltre 40 chilogrammi prelevato dall’argine della strada a pochi metri dal lancio. Pochi minuti, per mettere in movimento all’1 e 55 di sabato scorso, la «roulette russa». Poi la fuga che non consente però al branco di carpire quei pochi attimi di uno «slalom da paura». Solo un istante, e una Clio con a bordo due giovani della provincia di Roma non c’è l’ha fa ad evitare il sasso killer e ci si va ad incastrare per poi perdere il blocco motore contro il quale urterà la vittima di 46 anni Natale Gioffrè, in viaggio sulla sua Golf assieme a suo figlio Francesco e a una coppia di amici. Il capo d’accusa è confermato «omicidio volontario contro ignoti», ha precisato il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Carlo Morra. Con il trascorrere delle ore trapelano nuovi fatti, tant’è che il questore di Frosinone Salvatore Margherito responsabile dell’inchiesta per accelerare la soluzione del giallo ha circoscritto l’attenzione del pool su una ventina di ragazzi (tra loro i 4-5 colpevoli) della zona tra Piedimonte San Germano, Villa Santa Lucia e Aquino, e ha chiesto agli abitanti di zona piena collaborazione per ricostruire l’ identikit esatto del branco omicida. «L’inchiesta - ha sottolineato il questore - si presenta difficile ed articolata, molto più complessa rispetto alla fase iniziale. Senza la collaborazione potrebbe allungarsi nel tempo senza soluzione». A sostegno delle attività investigative, su richiesta della Procura di Frosinone, ora anche il reparto speciale della scientifica della Dac, la Direzione anticrimine centrale presieduta dal prefetto Nicola Cavaliere. Intanto dalla questura è giunta la notizia che tutti gli accertamenti tecnici disposti dagli investigatori, dai tabulati telefonici, ai nastri registrati dalle videocamere poste fuori dalle aziende che circondano la zona incriminata sono già sotto analisi. Nel frattempo il masso killer è giunto nei laboratori della polizia scientifica, nel polo anticrimine del Tuscolano a Roma sul quale verrà eseguito l’esame del Dna alla ricerca di tracce biologiche sulla superficie. A ufficializzare, infine, la presenza di «impronte latenti» lasciate da chi si è appoggiato sulla rete del cavalcavia, l’ultimo sopralluogo compiuto proprio ieri sera dalla polizia scientifica romana. Oggi alle 15.

30 a Bagnara Calabra (Reggio Calabria) si terranno i funerali dell’operaio morto.

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