Senatore Cesare Cursi, a lei che coordina lOsservatorio Salute e Sanità e che presiede la commissione Attività produttive di Palazzo Madama, non sembra che il governo sia stato forse troppo comprensivo nei confronti di Marrazzo sul deficit della Regione?
«In effetti è proprio così. Solo un incosciente o una persona ridotta alla disperazione può pensare di cambiare le carte in tavola giocando sulla pelle dei cittadini nonostante lulteriore possibilità concessa dal governo di rimettere i conti a posto. Marrazzo deve indicare con chiarezza quali soluzioni strutturali intende adottare la sua giunta per evitare di sforare ogni anno di circa due miliardi di euro il tetto massimo della spesa sanitaria».
Ma lui si trincera dietro la necessità di avere comunque a disposizione gli aiuti economici promessi...
«Bisogna evitare di cadere nel tranello del gioco delle parti. I cinque miliardi di euro di aiuti sono lì, a disposizione della Regione Lazio, ma questa deve dare prova oggettiva di avere risolto i suoi problemi di gestione. Invece, finora, a fronte di 9 miliardi di entrate annue se ne registrano 11 di uscite, cioè di spese. Non può continuare così. Nel febbraio 2006 il Lazio firmò un accordo col governo concordando un piano di rientro con verifiche periodiche senza il rispetto del quale sarebbe scattato il commissariamento. Come tutti ricordano, Prodi chiuse un occhio, anzi tutti e due, limitandosi a inviare una lettera di pre-commissariamento un quarto dora prima di lasciare definitivamente Palazzo Chigi».
Dunque non cè soluzione?
«Il problema è tutto qui. Al di là della propaganda e degli annunci, non ho ancora sentito una proposta realizzabile per diminuire la spesa sanitaria del Lazio. Quando ci provò Battaglia - che ha pagato, da solo, le colpe di tutti - fu inutile, perché se si decideva la chiusura di un ospedale, gli stessi alleati del centrosinistra manifestavano contro la chiusura dello stesso. Insomma, una contraddizione che continua ancor oggi».
Così pagano solo i cittadini-utenti del Lazio.
«Siamo al paradosso. Il governo non vara misure drastiche perché cerca di evitare conflitti fra istituzioni in una materia delicata come la salute dei cittadini, e la giunta Marrazzo non fa nulla per ridurre la spesa. Addirittura è sputato un emendamento che consentirebbe, in caso di futuro commissariamento, di nominare commissario lo stesso Marrazzo, questo per allontanare ombre su eventuali ingerenze esterne».
Marrazzo sarà contento.
«Macché.
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