nostro inviato a Pechino
Quattordici paginette condite da firme solenni. Massimo DAlema e il suo collega cinese Li Zhaoxing paiono soddisfatti dei nuovi accordi italo-cinesi siglati ieri, anche se il titolare della Farnesina ci tiene a far sapere che «resta viva la preoccupazione per il nostro disavanzo» nellinterscambio economico, auspicando che queste intese possano sanare almeno un po il nostro deficit.
Forse a renderci la pillola cinese meno amara potrebbe contribuire il «Mandarin», un fondo private equity che nasce con laccordo, costituito da San Paolo Imi e dalle due più grandi banche cinesi, volto allacquisizione di imprese nei due Paesi. «Del resto osserva DAlema a chi gli fa notare i rischi di un take over che Pechino potrebbe anche tentare ci lamentiamo o no degli scarsi investimenti esteri da noi?». Potrebbe funzionare, come si spera abbiano successo le aperture ai cinesi rispetto a una loro presenza, anche nel ruolo di investitori, nei nostri porti. Se la parola dordine della missione era «fare dellItalia la porta europea per lAsia», grazie anche al Canale di Suez, dobbligo invitare gli ospiti a intervenire nei nostri approdi, e anche nella loro logistica. I cinesi mostrano interesse per rotte più corte, ma mettono le mani avanti: chiedono «facilitazioni doganali». Si vedrà.
Per il resto nelle 14 pagine si spazia un posu tutto: dallagricoltura allindustria aerospaziale (con coinvolgimenti possibili per Atr e Agusta), dai soliti e immancabili beni culturali alla difesa dei marchi, dallenergia allambiente. Per ora, solo parole. Mentre più concreta è la decisione italiana di allargare le maglie (con conseguente aumento di visti e permessi di soggiorno) a studenti universitari cinesi e, ancora in itinere, di aprire le porte di Coverciano a calciatori ed arbitri del vecchio celeste impero, visto che si ipotizza un accordo che permetta lofferta di formazione in Italia per arbitri e calciatori.
Ognuno poi tira la coperta dalla sua parte: Pechino vuole che gli stilisti italiani siano presenti nel «Parco nazionale della moda» di Dalian, Roma si lancia in progetti di coproduzione nel campo delleditoria e auspica maggiore spazio per la promozione in Cina delle nostre piccole e medie aziende.
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