I fondi ci sono, il commissario straordinario (cioè il sindaco Letizia Moratti che grazie a questa nomina potrà muoversi con grande libertà nei corridoi della burocrazia) pure. E c'è perfino il presidente (cioè il governatore Roberto Formigoni) del Tavolo Lombardia che non è un ristorante regionale bensì un organo che coordinerà tutte le province lombarde per gestire e costruire le infrastrutture.
A questo punto l'Expo 2015 può davvero partire. E bisogna fare in fretta perché cambiare faccia a Milano in sette anni non sarà facile. Innanzitutto occorrerà andare d'accordo. Soprattutto dovranno essere in sintonia la Moratti e Formigoni, due personaggi cui piace fare il protagonista senza lasciare molto spazio a chi «recita» con loro. Entrambi sono abituati a parlare chiaramente senza fare troppe concessioni alla diplomazia, il che è sicuramente una grande qualità purché, di tanto in tanto, per il bene comune, si sia disposti a tenere a freno la lingua. Qualche piccola scintilla c'è già stata. Alla Moratti che annunciava che il Consiglio dei ministri aveva già varato il decreto legge sull'Expo, Formigoni ha replicato: «Non ci sono comunicazioni ufficiali da parte del governo».
Fesserie. Totò direbbe: quisquiglie, pinzillacchere.
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