La giunta Alemanno sta dimostrando molto attivismo sulla soluzione dei problemi più urgenti, come la sicurezza, o di tipo pregiudiziale, come il bilancio e il disastroso buco lasciato dalla giunta precedente. In campo urbanistico vanno segnalate le dichiarazioni del sindaco alla recente assemblea dei costruttori romani, nelle quali ha tracciato un programma con un preciso metodo di lavoro per il futuro, chiarendo che non si intende cancellare quanto fatto nel passato (il che non esclude di verificare tutto quanto deciso ma non ancora portato a termine), ma aprendo finalmente la prospettiva di affrontare i temi della riorganizzazione amministrativa e urbanistica della città nella sua più ampia dimensione metropolitana. Al riguardo, Alemanno ha anche accennato ai principali problemi sul tappeto. La sua chiarezza è risaltata soprattutto nel confronto con i precedenti interventi dei presidenti regionale, Marrazzo, e provinciale, Zingaretti. Anchessi hanno invocato la considerazione dellarea metropolitana, ma hanno taciuto circa i rispettivi strumenti urbanistici. Perché il primo non ha neppure citato il Piano regionale che, fornito dei necessari contenuti urbanistici e amministrativi per lintera Regione, con particolare riguardo per larea romana, fu portato a termine nel 1998 dallassessore Bonadonna, adottato dalla giunta Badaloni, riadottato dalla giunta Storace, pubblicato e controdedotto dallassessore Dionisi, ma inspiegabilmente non sottoposto al Consiglio dallassessore Ciocchetti, prima, e ormai da ben tre anni dalla giunta Marrazzo, poi? Perché il secondo non ha citato il Piano provinciale, adottato in articulo mortis dalla giunta Gasbarra ma piuttosto timido di previsioni riguardanti larea metropolitana romana, forse per la tradizionale soggezione verso il Comune di Roma? Infine, anche in riferimento al programma enunciato dal presidente dei costruttori Cremonesi, che ha anche accennato alla necessità di integrare il Prg, tutti hanno concordato con esso.
E Alemanno ha aggiunto di voler coinvolgere limprenditoria privata attraverso i suoi organi associativi piuttosto che attraverso rapporti diretti con i singoli. Speriamo che ciò riesca a limitare linvadenza dei pochi potenti e allargare la partecipazione dei tanti medi e piccoli e, soprattutto, beneficiare delle connesse, specifiche competenze.(*) Urbanista
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