Londra - Nel suo discorso di dimissioni, Tony Blair ha ribadito come per lui la decisione di appoggiare gli Usa e la guerra in Iraq sia stata quella che "nel mio cuore, sentivo giusta". "Le conseguenze dell’Iraq sono state dure, senza fine e costose e per molti semplicemente non n’è valsa la pena", ha detto il premier uscente, aggiungendo che però, secondo lui, "fare la cosa giusta significa fare ciò che nel proprio cuore veramente si è convinti che sia giusto", anche se non si tratta della decisione più popolare. "Prendere decisioni è una cosa dura - ha detto - bisogna ascoltare la gente, ma non sempre la gente è d’accordo su tutto. Quando si governa bisogna saper dare una risposta. Non una risposta qualunque, ma la risposta", ha dichiarato.
La gente giudicherà il mio operato "Ovviamente, ci sono giudizi da dare sui miei anni da premier, e alla fine, spetta a voi, la gente, darli", ha affermato Blair. "Ma dal primo momento ho imparato una cosa: mettere il Paese prima di ogni altra cosa", ha spiegato. Il premier ha anche ricordato la Gran Bretagna della sua gioventù: "Guardavo il mio Paese, un grande Paese, una meravigliosa storia, orgoglioso del suo passato, ma stranamente incerto sul futuro, quasi fuori moda. E tutto si rifletteva nella politica del tempo". E guardate il paese nel 2007 - ha affermato - "un paese a suo agio nella globalizzazione.
Londra è la capitale mondiale della finanza, nessun Paese attrae così tanti investimenti come la Gran Bretagna". "E pensate alla cultura della Gran Bretagna. Intendo dire, i nostri valori, il salario minimo, le vacanze pagate sono un diritto, c’è il permesso di maternità pagato che è tra i migliori in Europa", ha sottolineato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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