«Superbanca, non bastano gli sportelli»

Le tre fondazioni socie di Torino verso la nomina dell’advisor. Il nodo Mediobanca

Angelo Allegri

da Milano

Crédit Agricole benedice ancora una volta il matrimonio tra Sanpaolo e Banca Intesa ma lo fa lanciando un avviso: la partita vera deve ancora iniziare. A parlare ieri sono stati il presidente René Carron e l’amministratore delegato Georges Pauget presentando i risultati semestrali dell’istituto francese. I due si sono divisi i compiti: «Abbiamo davanti a noi mesi di lavoro con Intesa». ha detto Pauget. «Sono sicuro che alla fine troveremo un accordo. Oggi il campo delle possibilità è ampio e noi ci stiamo lavorando», ha aggiunto Carron. L’eventuale cessione della quota nell’istituto italiano comporterebbe una plusvalenza di 2 miliardi, ha precisato il presidente della «banque verte». «Ma noi vogliamo mantenere i nostri interessi in Italia, rafforzandoli. Abbiamo accompagnato Intesa per 16 anni difendendone l’indipendenza in tre occasioni». Quanto alla possibilità di ricevere una buonuscita fatta degli sportelli sparsi (tra i 400 e i 600) che la nuova Superbanca dovrebbe cedere dopo le nozze, non se ne parla neanche: «Non sarebbe professionale» e non avrebbe senso strategico, ha concluso Pauget.
Parole doverosamente vaghe ma che sembrano far intuire qualche cosa: se contropartita creditizia ci sarà questa dovrà comprendere non solo e non tanto le agenzie ma soprattutto un marchio in grado di far marciare spedita la nuova struttura del Crédit Agricole in Italia.
Sul fronte dei soci ieri è stata anche la giornata dell’incontro tra le fondazioni azioniste del Sanpaolo: Compagnia di San Paolo, Cassa di risparmio di Bologna, Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. All’ordine del giorno la nomina di un advisor per valutare i concambi. La discussione tra i numeri uno (Franzo Grande Stevens per Torino, Fabio Roversi Monaco per Bologna e Antonio Finotti per Padova) è stata forse più laboriosa del previsto. Ribadito l’apprezzamento di fondo per la fusione le tre Fondazioni hanno trovato l’accordo sulla nomina congiunta di uno o più advisor in comune che verrà formalizzata nei prossimi giorni. Perno del confronto è stata però il nome dei prescelti. A quanto è trapelato pare che Bologna e Padova abbiano insistito su una duplice nomina che comprendesse Rothschild e Mediobanca.
Non dovrebbe suscitare problemi l’affidamento dell’incarico a Rothschild, già consulente dei torinesi, ma sul possibile coinvolgimento di Piazzetta Cuccia l’accordo non si è trovato. A suscitare perplessità nella compagnia torinese il possibile conflitto di interessi che vedrebbe coinvolti la banca d’affari milanese: azionista di Generali e partecipata dai competitor della Superbanca, Unicredit e Capitalia.


Intanto, mentre sembra evaporata la notizia di un vertice a Madrid degli uomini del Santander (il numero uno Botin era impegnato in Brasile), ieri in Borsa Sanpaolo e Intesa sono state tra le poche blue chip positive: la prima ha chiuso con un +1,2%; la seconda in crescita dello 0,98%.

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