Il Superman che invade tutti gli stadi del mondo

Quello lì - sicuramente - è ricco di famiglia. Se no, non si spiega come faccia a girare il mondo, procurandosi biglietti costosissimi e affrontando spese di viaggio, vitto e alloggio. «Quello lì» è Ferri Mario (che da qui in poi chiameremo Supermario), 23 anni, professione: invasore (pacifico) di campo. L’altroieri, per fermarlo, uno steward del Bernabeu gli ha rifilato un calcio nel sedere visto in diretta da svariati milioni di telespettatori. L’arbitro aveva appena fischiato l’inizio della partita di Champion, Real Madrid-Milan, che Supermario era già lì, a dribblare i diavoli rossoneri facendogli vedere i sorci verdi; e il fuoriprogramma ha fatto sbiancare anche i giocatori merengue, che uno così snello e scattante non se lo ricordavano dai tempi del... Cassano madrileno.
Il riferimento a Fantantonio non è casuale visto che Supermario per il genio di Bari vecchia ha una passione sconfinata. Eppure Fantantonio e Supermario sembrano avere poco in comune: pare infatti che Supermario sia un rampollo di famiglia borghese, di buone letture e luminoso avvenire; altro che Fantantonio, che - se non fosse stato salvato da u’pallon - forse sarebbe finito male, molto male... Ma Fantantonio, essendo un eroe transeunte, ha fatto breccia nel cuore di Supermario tanto che le sue prime quattro invasioni calcistiche hanno avuto per oggetto proprio la rivendicazione di «Cassano in Nazionale».
Erano i tempi in cui l’attuale attaccate della Samp veniva snobbato da quella capatosta di mister Lippi, costringendo Supermario a zigzagare per i terreni di gioco mostrando la maglietta blu con la S gialla di Superman e la scritta «Cassano in Nazionale». Una passione - quella del giovane pescarese per il giovane barese - andata in scena per la prima volta a Pescara nel novembre 2009, durante Italia-Olanda; la seconda a Genova nel maggio scorso, durante Sampdoria-Napoli; la terza, a luglio, in Germania-Spagna, semifinale dei Mondiali in Sudafrica. Il messaggio? Sempre lo stesso: «Cassano in Nazionale».
Il 7 settembre, invece (essendo ormai diventato Cassano un punto fermo della nazionale di Prandelli), Supermario ha cambiato obiettivo, scambiando dichiarando sulla t-shirt dei super poteri il suo «No alla tessera del tifoso». Infine l’exploit dell’altroieri con il blitz al Bernabeu, la solita maglietta e la scritta «Sakineh Free», Sakineh libera.
Caro Supermario, ma come ti è venuto in mente?
«Sono contrario alle ingiustizie e oggi Sakineh è il simbolo più grande delle ingiustizie umane...».
Da Cassano a Sakineh, un bel passo avanti...
«Anche la mancata convocazione di Cassano in Nazionale era una clamorosa ingiustizia...».
Ma lei - invadi oggi, invadi domani - è riuscito a farlo convocare...
«E così ho vinto anche la scommessa che avevo fatto con i miei amici, una cena».
Scusi Supermario, ma lei i soldi per questi suoi blitz dove li trova?
«Mi finanziano gli sponsor».
Grandi multinazionali?
«Macché, piccoli commercianti di Pescara».
Ma lei che mestiere fa?
«Sono diplomato in ragioneria e faccio il rappresentante della bibita energetica “Figa“».
«Figa»?
«“Figa“, “Figa“...».
La prima invasione, non si scorda mai...
«Fu nel 2007. Campionato di C1: Pescara-Sambenedettese.

La feci per prendere in giro i tifosi ospiti. Anche lì, fu per una scommessa con gli amici...».
Prossima invasione?
«A Teheran, durante una partita della nazionale iraniana...».
Ma lì rischi brutto, caro Supermario... Auguri.

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