Se le progressioni dei dipendenti pubblici fossero un segno di efficienza la Regione Sicilia si meriterebbe la palma di Svizzera dItalia. Devessere così se i sindacati insistono tanto sulla firma dellaccordo che garantirebbe lo scatto a 14.618 dipendenti regionali. Cioè a tutti quanti, esclusi i dirigenti che hanno un contratto differente. Era tutto pronto a marzo, poco prima delle elezioni, ma il cambio della giunta ha congelato il bonus che doveva arrivare fino a 123 euro mensili. In tutto una spesa di 16 milioni di euro per le casse siciliane. Nei prossimi giorni, fanno sapere dalla Regione, si dovrebbe arrivare a unintesa tra i sindacati e lAran, lagenzia negoziale che in queste trattative opera su mandato del governo regionale.
Ma il punto non sarà il numero dei dipendenti premiati, cioè la totalità, che ormai è assodato. La nuova giunta, che vuole rimettere mano alle finanze regionali limitando gli sprechi nei vari settori, sta cercando di trattare solo su altri fronti. Il primo è riguarda i soldi, ovvero laliquota del Fondo Famp (creato per i lavoratori più produttivi) da destinare agli aumenti per i dipendenti regionali. I sindacati vogliono il 30%, la Regione cerca di non superare il 24%. Anche sui limiti per laccesso al bonus si tenta faticosamente di mettere dei paletti. Il governo siciliano vorrebbe che lo scatto valesse solo per i dipendenti con almeno tre anni di anzianità, mentre ora ne bastano soltanto due.
E ancora, sembra lapalissiano ma nel pubblico impiego niente lo è: escludere dal premio chi ha avuto negli ultimi cinque anni un provvedimento di carattere penale o disciplinare, cosa che riguarda nello specifico una cinquantina di elementi. Leconomia della Regione non versa in condizioni smaglianti.
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